Come fai a fare tutto?

Come raccontavo qualche giorno fa, questa è una delle domande che mi vengono rivolte più spesso. Apparentemente, non solo a me.

Anche Barbara, Letizia, Silvia e Serena vegono spesso interrogate in proposito. Insieme, abbiamo quindi deciso di “svelarvi i nostri segreti”. Ovvero di svelarvi la nostra normalità. Le nostre giornate sono piene, proprio come le vostre. E quando la sera crolliamo esauste siamo spesso arrivate solo alla metà della nostra lista di cose da fare. Questo non ci impedisce però di alzarci con il sorriso e di ricominciare da capo la mattina dopo.

Oggi troverete, sui nostri rispettivi blog, la telecronaca di una delle nostre giornate. Ecco la mia. Pronte?

Ore 6.00: Sveglia.

Sì, avete letto bene. Mi alzo alle sei. Non da molto. Solo da quando Chiara ha smesso di dormire al pomeriggio. Lo so, una bambina di 20 mesi dovrebbe fare il riposino. Ma io sono quella dei figli insonni, ricordate? Non potendo più concedermi quelle due ore di pace dopo pranzo, le ho quindi spostate prima di colazione.

Sveglia alle sei, quindi. Inizio la giornata con 20 minuti di yoga, poi mi metto al lavoro davanti al pc o alla macchina da cucire con una tazza di rooibos fumante. Controllo le mail, gli ordini del mio negozio online, e mi occupo di tutto ciò che è lavoro. Verso le otto parte il mio post del giorno (se ne ho uno) sul blog, programmato la sera prima.

Nel frattempo, tra le 7,30 e le 8,Jean e i bambini si alzano e preparano la colazione. Io li raggiungo, poi Leo e Gloria vanno a scuola e Jean al lavoro. Io rimango con Chiara e al mattino mi occupo della casa: pulizie, bucato, spesa, eventuali commissioni. Chiara mi gira intorno e mi aiuta nelle faccende. Carica la lavatrice e sa esattamente a chi appartiene ciascun capo. Pulisce, spolvera e passa la sua scopetta. Ovviamente il risultato è quello che è, ma lei si diverte e io riesco a concludere qualcosa (in genere neanche la metà di quel che ci sarebbe da fare).

A mezzogiorno, insieme a Chiara, vado a prendere i bambini a scuola. Nel frattempo Jean rientra e pranziamo tutti insieme. Il pranzo è generalmente qualcosa di semplice, cucinato al volo, o parzialmente preparato la sera prima.

Alle 14 Jean riaccompagna i bambini a scuola e torna a lavorare. Io rimango con Chiara e rimpiango i bei tempi in cui faceva il riposino. Il pomeriggio in genere lo dedico a lei. Se il tempo è bello stiamo il più possibile fuori.

Alle 16,25 è ora di andare a riprendere i “grandi”. Al ritorno da scuola, il momento dei compiti è uno dei più difficili della giornata, perché Chiara e Gloria richiedono molte attenzioni, mentre io vorrei riuscire a seguire di più Leonardo.

Finiti i compiti si gioca fino all’ora del bagno, in stile catena di montaggio, (e qui rimpiango l’enorme vasca da bagno della casa di Annecy, nella quale potevo “buttarli” tutti e tre contemporaneamente) e si inizia a preparare la cena. In genere cucino un po’ di più del necessario, in modo da avere qualcosa di pronto per l’indomani a pranzo.

Verso le 19,30 Jean rientra dal lavoro. Insieme ceniamo e, nel giro di un’oretta, siamo pronti per il rituale della nanna. A turno, uno di noi mette a letto Chiara mentre l’altro si occupa di Leonardo e Gloria.

Dopo numerosi tentativi abbiamo instaurato per Chiara un rituale molto semplice: pannolino, pigiama, una storiella di poche pagine. Poi andiamo a letto. Abbiamo creato un lettino in stile montessoriano (di cui vi parlerò prossimamente), al quale Chiara può accedere agevolmente da sola. Prima però mette a letto bebé, il suo bambolotto. Lo bacia, lo corica (abbiamo bellissime culle di legno e una carrozzina per le bambole di vimini ma lei preferisce metterlo in una scatola di plastica), gli dà da bere, poi dà il bacio della buonanotte anche a mamma o papà e se ne va tranquilla nel suo lettino. Porta sempre con sé la sua tazza magica piena d’acqua, che stringe a sé durante la notte come un doudou.

In genere si addormenta tranquillamente ma a volte capita che pianga. In questo caso io o Jean entriamo in camera e sussurriamo “Shh, bebé dorme”. Nella maggior parte dei casi questo basta a calmarla.

Con Leonardo e Gloria il rituale della nanna è un po’ più impegnativo. Insieme parliamo della giornata appena trascorsa e dei momenti che abbiamo apprezzato maggiormente. Poi leggiamo una storia o facciamo un po’ di sofrologia, dopodiché mamma o papà scaldano le bouillottes, con le quali i bambini si addormentano.

Una volta messi a letto i bambini, Jean si occupa di sistemare la cucina (beh, il suo passato da casalingo sarà pur servito a qualcosa, no?) mentre io torno davanti al computer. Se ci sono eventuali impegni lavorativi lasciati in sospeso mi occupo di quelli prima di passare al blog. Se per lavorare mi chiudo nel mio ufficio, quando mi occupo del blog di solito sto in soggiorno insieme a Jean.

Se la giornata è stata propizia e sono riuscita a concludere tutto quello che avevo da fare (o se è stata terribile e decido di prendermi una pausa), riesco anche a concedermi una buona lettura o a tirar fuori ferri e gomitoli, magari davanti ad un bel film.

Non mi rimane molto tempo per girovagare in rete. Seguo i miei siti e blog preferiti grazie all’iPhone, approfittando di code alla posta e di momenti “morti” per sbirciare. In questo modo riesco a rimanere aggiornata ma non posso sempre interagire come vorrei: lasciare commenti scrivendo con il tastierino del cellulare è davvero frustrante, e lo faccio solo in caso di argomenti che davvero mi toccano profondamente.

Da quando ho iniziato ad alzarmi alle sei, ho smesso di andare a letto ad orari impossibili. Ogni giorno mi riprometto di coricarmi entro le 23, ma è raro che io sia realmente a letto prima di mezzanotte. Le occhiaie sono ormai scavate indelebilmente e non credo andranno più via…