Quanto vale il tuo tempo?

Nei mesi scorsi, per la prima volta in vita mia, ho sentito la necessità di avere quello che tutti definiscono un “lavoro normale”, in contrasto con le numerose attività che di solito svolgo con l’obiettivo di arrivare a fine mese. Complice anche – probabilmente – quello che credo essere l’ultimo strascico di un lungo periodo di depressione che – lo avete notato – mi ha portata ad essere meno assidua sia con la scrittura online che con lo yoga, mi sono auto-convinta che, a forza di svolgerle per necessità, queste attività perdevano il proprio senso e il proprio scopo. E poi, vuoi mettere la sicurezza di uno stipendio a fine mese?

“Non ho bisogno di trarre soddisfazione dal lavoro, ma sicurezza. Quello che mi piace lo farò nel tempo libero.” Mi sono detta.

Risultato: cinque mesi di “lavoro normale” mi hanno dato, come dicono i francesi, un bel “calcio nel sedere”. Innanzitutto mi sono accorta che di tempo libero da dedicare a quello che mi piace me ne rimaneva ben poco. In secondo luogo, mi sono ricordata di quanto sia sgradevole dover subire gli umori altalenanti degli altri. Ciliegina sulla torta, guadagnavo meno di quanto – prima della depressione – riuscivo a lavorare seriamente in modo autonomo. Curiosamente ma di certo non per caso, questa consapevolezza e questo periodo di lavoro non soddisfacente hanno coinciso con la fine del mio malessere interiore.

Ne sono uscita con la consapevolezza che, negli anni, avevo costruito qualcosa di incredibile e che buttare tutto alle ortiche per fare marcia indietro era semplicemente stupido.

Attenzione: questo non vuole essere un messaggio da marketing piramidale o da fuffaguru: la mia esperienza è difficilmente replicabile perché ho avuto la fortuna di iniziare agli albori del blogging.

Nel frattempo i tempi sono cambiati e di certo non monetizzerò più il blog né i social (le influencer di oggi hanno volumi ben più importanti), ma ho sempre le mie competenze di insegnante di yoga, traduttrice, ipnotista… da brava multipotenziale (molte persone rifiutano le “etichette”, io invece sono felice quando riesco ad avere una definizione di quello che sono, perché rappresenta la prova che non sono la sola, quindi non sono “strana” nel senso negativo del termine o peggio, pazza da legare).

Le ragioni del mio “arenarmi” sono state molteplici: mancanza di organizzazione (sono una grande improvvisatrice e considero questa mia caratteristica una dote, ma non in ambito professionale), mancanza di motivazione, incapacità di gestire l’aspetto finanziario di un business produttivo. Qualcuno forse ricorderà la mia app 10minYoga, una delle primissime nel suo genere, che non mi ha fruttato nulla perché proponevo sette esercizi gratuiti e tre a pagamento. La mia idea era: “Le persone saranno riconoscenti per tutti i contenuti gratuiti e senza pubblicità e mi ricompenseranno acquistando i tre esercizi supplementari”. La realtà è stata: le persone erano più che soddisfatte dei sette esercizi gratuiti e non sentivano la necessità di acquistare gli altri. L’app ha avuto migliaia di download in tutto il mondo ma io ci ho rimesso un bel po’ di soldi. Lo stesso vale con lo yoga: da quando ho iniziato a dare lezioni, nel 2015, non ho mai aumentato le tariffe.

Ho capito quindi che avrei dovuto lavorare seriamente su questi aspetti. Leggendo “Votre temps est infini” (in italiano “Il tuo tempo è infinito” di Fabien Olicard, mentalista, umorista, autore e youtuber francese), ho trovato un esercizio utile per determinare in maniera oggettiva il valore del mio tempo. Per calcolarlo bisogna rispondere alle seguenti domande e annotare man mano i risultati:

1. Il buono regalo

Ti propongono di passare un’ora in attesa al telefono in cambio di un buono regalo. Quanto dovrebbe valere questo buono per convincerti ad accettare “sacrificando” un’ora del tuo tempo?

2. Un compito semplice

Devi effettuare un compito semplice e ripetitivo, che non puoi evitare e che non presenta per te alcun tipo di interesse. Quanto pagheresti una persona che lo svolga al posto tuo?

3. Il tuo reddito

Prendi il tuo reddito mensile (se le tue entrate non sono regolari fai una media in base agli ultimi dodici mesi). Calcola il tempo impiegato per guadagnare questa somma (ore lavorative + tempo speso per andare e tornare dal lavoro). Dividi la somma ottenuta per il tuo stipendio mensile.

4. Lo stipendio che meriti

Indica la tariffa oraria che, realisticamente, ti sembrerebbe appropriato guadagnare per il lavoro che svolgi.

Il valore del tuo tempo

Ora addiziona i quattro valori ottenuti e dividi il risultato per quattro: questo è il valore di un’ora del tuo tempo.

Risultato finale

Se il valore ottenuto è superiore a quello del buono regalo, significa che dovresti prendere le tue decisioni in ambito professionale in maniera più razionale.

Se è di molto inferiore, potrebbe indicare delle aspettative eccessive o irrealistiche.

Se è superiore a quello del compito facile, significa che devi imparare a delegare; se è inferiore, probabilmente non ne hai bisogno.

Se il risultato è superiore ai tuoi guadagni attuali, significa che hai delle aspirazioni positive che potresti trasformare in obiettivi concreti. In caso contrario, è probabile che tu ti stia sottovalutando.

Questo esercizio mi è stato utile e fa parte del mio “piano d’attacco” per ricostruire in modo più intelligente la mia multi-attività autonoma. Spero possa aiutare anche voi!