Lezioni di Vita

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Come vi ho già raccontato, nei giorni scorsi abbiamo festeggiato il compleanno di Chiara.

Una giornata di pioggia battente, nove bambini invitati (più i nostri tre), qualche genitore che andava e veniva.

Ho assoldato Leonardo e Gloria perché si occupassero dell’animazione e devo dire che sono stati impeccabili.

Quando i piccoli invitati se ne sono andati, potete immaginare in che stato fosse la nostra casa. Mentre risistemavamo, Leonardo si è accorto che gli mancavano alcuni personaggi Lego. Erano i suoi preferiti, ricevuti a Natale. Gli ho detto che l’avrei aiutato a cercarli con calma, ma che in quel momento dovevo preparare la cena e loro dovevano prepararsi per andare a dormire. Lui era molto preoccupato, e aveva paura che qualcuno dei piccoli glie li avesse persi.

Proprio mentre ne parlavamo è squillato il telefono. Era la mamma di uno dei nostri piccoli ospiti, rientrato a casa con le tasche piene di Lego. Mi ha chiesto il permesso di tornare subito a restituirli.

È stato il papà a venire, insieme al bambino, che si è scusato con Leonardo e gli ha restituito il maltolto. Leo gli ha messo una mano sulla spalla e, guardandolo negli occhi, gli ha detto: «Non voglio dirti che non è grave perché è grave, ma sono contento perché sei stato onesto». Subito non ho capito cosa volesse dire. Poi mi ha spiegato: «avrebbe potuto dire che glie li avevo regalati».

La verità sarebbe venuta fuori, alla fine, ma è vero che il bambino avrebbe potuto “provarci”.

Dopo una breve chiacchierata e qualche raccomandazione ci siamo salutati, con la certezza che questo piccolo incidente non avrebbe scalfito in alcun modo l’affetto che proviamo per il nostro piccolo amico, né la stima che abbiamo per i suoi genitori.

Potrei addirittura dire che è stata – almeno per noi – un’esperienza positiva.

Qualche tempo fa ho letto un post (non ricordo su quale blog, se lo avete letto linkatelo pure nei commenti) nel quale una mamma di due figli che dormivano come angioletti diceva “uno è fortuna, due siamo bravi noi”.

Ho commentato che se si giudica la bravura di un genitore da quanto dormono i figli, io sono senz’altro la madre peggiore del mondo. Secondo il mio modesto parere uno è fortuna, due è fortunissima. Più di due, non venitemelo a raccontare. Non lo voglio nemmeno sapere.

Dubitare di me stessa è stato per la maggior parte della mia vita uno dei tratti principali del mio carattere. Ma per fortuna ci sono anche dei lati positivi nell’invecchiare, e oggi mi sento una madre sufficientemente buona.

Anzi, devo ammettere che, guardando mio figlio, quella sera, il mio ego si pavoneggiava vergognosamente.

«Sono contento perché sei stato onesto» è l’ultima cosa che ci si aspetterebbe di sentir dire ad un bambino in una circostanza del genere. Senza contare lo sguardo e la mano sulla spalla.

Mio figlio ha dieci anni e continua a dormire pochissimo. Solo che ora, invece di piangere, legge fino a notte fonda. Mio figlio ha dieci anni e sa perdonare. Ha dieci anni ed è capace di empatia. Ha visto la tristezza nello sguardo di quel bambino, più piccolo di lui, e ha reagito mettendo da parte il torto subito, per rassicurarlo.

Mio figlio ha dieci anni e quel giorno ha dato una lezione di vita a ben due famiglie.

Non saremo riusciti ad “insegnargli a dormire”, ma posso dire che – oltre che fortunati – siamo stati anche bravi?