Ipnosi da intrattenimento e ipnosi terapeutica

Quando si parla di ipnosi spesso le persone pensano a Giucas Casella e ai suoi spettacoli in TV. Di fronte alle performance del mentalista alcuni sono divertiti, altri spaventati, altri diffidenti. Per quanto riguarda il mondo della televisione vale il vecchio motto «Purché se ne parli», o meglio «Purché la gente lo guardi».

Per quanto riguarda invece l’aspetto più serio dell’ipnosi, che può essere addirittura utilizzata per alleviare o eliminare disturbi fisici, psicologici e psicosomatici, tutto questo clamore è una sorta di contro-pubblicità. Il messaggio che spesso passa è che l’ipnotista può prendere il controllo della tua mente, facendoti fare quello che desidera. Potenzialmente, anche cose pericolose o ridicole.

Come ho già spiegato in questo post, non è esattamente questo che accade. L’ipnosi è uno stato di coscienza modificato. Ogni volta che piangi, ridi o tremi di paura davanti ad un film sei in un leggero stato di ipnosi. Se così non fosse guarderesti le immagini senza provare alcuna emozione. Se riesci a vivere l’esperienza in modo intenso è perché hai deciso di stare al gioco e di lasciarti coinvolgere. Sai benissimo che Leo e Kate sono vivi e vegeti e stanno probabilmente bevendo champagne nelle loro rispettive ville, eppure tremi per loro e piangi come una fontana davanti alle scene finali di Titanic.

Dipende tutto da te

Con l’ipnosi (e in particolare l’ipnosi da palcoscenico, quella che si vede in TV) il principio è lo stesso. Innanzitutto si lavora esclusivamente con dei volontari. Il fatto di voler provare ti rende già più suggestibile: per l’ipnotista sarebbe sciocco cimentarsi con una persona che non vuole essere ipnotizzata. Perderebbe tempo, non si divertirebbe e non divertirebbe il suo pubblico. Di solito si comincia con dei test di suggestibilità perché anche tra chi desidera provare possono esserci resistenze inconsce. Se tutto va bene e i primi semplici esperimenti hanno successo, si possono tentare esperienze più avanzate: amnesia (ad esempio far dimenticare un numero, un nome, eccetera), afasia (il soggetto ricorda il nome/numero/ecc ma non è in grado di pronunciarlo), piedi incollati a terra, un pulsante situato in un punto del corpo che scatena una risata incontrollata, allucinazioni (il soggetto può vedere il proprio cantante preferito al posto dell’amico che gli sta accanto…), eccetera.

Street Hypnose a Tolosa

Io mi interesso di ipnosi terapeutica e ho appena terminato il mio percorso di formazione. Sono una persona abbastanza riservata e il palcoscenico non fa per me. Però osservando le tecniche di ipnosi istantanea ho pensato che potrebbero essere utili per mostrare ai pazienti scettici il potere della propria mente.

Quando parlo di “pazienti scettici” mi riferisco a persone che si rivolgono a me perché le aiuti a risolvere un problema ma non riescono a convincersi della validità della tecnica. Non è mia intenzione tentare di convincere chi non crede al potere del suo inconscio e non è interessato ad esplorarlo.

Così ho deciso di iscrivermi ad uno stage di ipnosi di strada a Tolosa. In questa, come in alcune altre città francesi, esiste una nutrita community di ipnotisti di strada che si ritrovano il sabato pomeriggio in centro per offrire gratuitamente esperienze ipnotiche ai passanti.

Lo stage consiste in una parte teorica al mattino e poi… tutti in strada al pomeriggio. Essendo sempre la persona riservata e anche parecchio timida di cui parlavo sopra, non è facile mettersi in mezzo ad una strada con un cartello “ipnosi gratuita”, e con il timore di fare una figuraccia.

Per fortuna gli insegnanti sono abituati e si occupano di mandare persone interessante agli apprendisti ipnotisti che cercano invano di diventare invisibili.

I risultati

Questa esperienza è stata davvero incredibile e sono tornata a casa con un bel bagaglio di soddisfazioni:

  • Autostima: per cominciare, se sono stata capace di ipnotizzare dei perfetti sconosciuti in mezzo ad una strada, credo che ben poco possa fermarmi nelle sfide che la vita mi prepara.
  • Fiducia nelle mie competenze in fatto di ipnosi: lavorando per strada ci si trova di fronte a persone di ogni tipo. Ad alcuni ho fatto dimenticare il proprio nome, ho incollato una mano alla fronte o i piedi al pavimento. Ad altri ho installato un “pulsante della risata” sulla spalla. Con altre persone invece ci siamo fermati ai primi, semplici esercizi di suggestibilità. Questo mi ha permesso di convincermi definitivamente di una cosa che avevo già studiato nei corsi teorici di ipnosi terapeutica: è il paziente (o in questo caso il volontario) a fare il lavoro. Se l’ipnotista è “bravo” con un soggetto e non con un altro, significa che una gran parte del risultato dipende dalla persona che hai di fronte.
  • Stupore: nell’ipnosi istantanea si procede per gradi. Prima semplici esercizi come le dita che si attraggono, la mano che si incolla alla testa, eccetera… poi tecniche più avanzate come le allucinzaioni. Ogni volta che arrivi a quello che era il tuo limite precedente e testi una nuova avventura, scopri una fetta delle potenzialità umane (ripeto: quelle dell’ipnotista tanto quanto quelle del soggetto). Personalmente questo mi meraviglia ogni volta, e portare il senso di meraviglia nella mia vita e in quella delle persone che incontro è davvero una missione che mi piace tanto.

Esistono persone non ipnotizzabili?

Alcuni dicono di sì, altri di no. Io sono per il no. Dalla mia breve esperienza ma soprattutto dalle mie conversazioni con persone esperte e competenti (tra le quali un chirurgo che opera utilizzando l’ipnosi al posto dell’anestesia e che non si è MAI trovato davanti ad un paziente non ipnotizzabile) deduco che esistono persone che vogliono essere ipnotizzate e altre no. Poi ci sono quelli che consciamente vogliono ma il cui inconscio resiste.

In strada ho incontrato alcuni soggetti di questo tipo, e a loro ho consigliato di tornare nelle settimane successive, perché la mente è come un muscolo e può essere allenata a diventare più elastica. Vedendo che non si corre alcun pericolo, la mente sarà pian piano più propensa a lasciarsi esplorare. E… non mi stancherò mai di ripeterlo, a lasciarsi esplorare dal suo proprietario, non dall’ipnotista, che non fa altro che aprirti la porta per permetterti di entrare.

Altri venivano con aria di sfida, convinti che l’ipnosi non esiste e desiderosi di “smascherare” la truffa. Ebbene, anche queste persone – come quelle che sono state al gioco – sono tornate a casa soddisfatte e potranno continuare a dire che l’ipnosi non esiste. In realtà non hanno voluto testarla, e va benissimo così. Questo dovrebbe essere sufficiente a provare, come ho già spiegato in precedenza, che non c’è rischio di venire ipnotizzati “a tradimento” e costretti a fare cose che non vogliamo.

L’ipnosi terapeutica

Una volta appurato che la tua mente è capace di incollarti i piedi a terra o di farti dimenticare (temporaneamente, sia chiaro) la tua data di nascita, non è difficile lasciare che ti aiuti a risolvere un problema fisico o psicologico: stress, dolori cronici, insonnia, fobie, tic, eccetera.

È importante però tener presente quello che ho scritto sopra: gran parte del lavoro lo fa il soggetto/paziente. L’ipnosi è molto utilizzata, ad esempio, per aiutare le persone a smettere di fumare, ma il presupposto indispensabile è che la persona voglia davvero smettere. Se lo fa perché glie l’ha chiesto la moglie, non c’è ipnosi che tenga.

Ipnosi istantanea

Per concludere, un video girato durante la mia formazione con un soggetto molto sensibile.

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