Qwant: il Motore di Ricerca che Rispetta la Tua Privacy

Durante l’ultimo Mammacheblog a Milano ho assistito alla presentazione di Qwant, un motore di ricerca molto particolare, nato in Francia nel 2013 e ora sbarcato anche in Italia. La principale differenza rispetto ai motori di ricerca che utilizziamo abitualmente è che Qwant non effettua la profilazione dell’utente.

Cos’è la profilazione?

Quando effettui una ricerca online o visiti un sito web, questo raccoglie i cosiddetti cookie, ovvero file contenenti informazioni relative all’utente, alle sue abitudini di navigazione, ai suoi interessi, eccetera. Questo serve per rendere la navigazione più semplice, per evitarci di compilare ogni volta lo stesso form, per proporci pubblicità mirate in base ai nostri interessi.

Ti è mai successo di cercare un prodotto online e poi di ritrovartelo sotto forma di banner pubblicitario sui social network o su altri siti web? I cookie hanno memorizzato la tua ricerca, hanno capito che ti interessa quel prodotto e continuano a proportelo.

Personalmente, non mi infastidisce la pubblicità mirata: preferisco scoprire prodotti adatti ai miei interessi e alle mie inclinazioni piuttosto che essere bombardata da messaggi pubblicitari inutili. Questo è interessante anche per chi pubblica gli annunci: vuole raggiungere un pubblico interessato ai suoi prodotti. Un pubblico profilato.

L’altra faccia della medaglia

Pensa ad una ragazza che rientra da scuola dopo essere stata presa in giro: qualcuno ha riso di lei e le ha detto che era grassa. La ragazza cerca in rete “come perdere peso”, poi torna alle sue occupazioni quotidiane e dimentica l’episodio.

Quando torna a navigare, però, sul computer o sul cellulare, continua ad essere bombardata da messaggi che i cookies ritengono interessanti per lei in base alla sua ricerca. “Come perdere peso”, “La nuova dieta rivoluzionaria”, “7 chili in 7 giorni”… eccetera. Messaggi del genere saranno potenzialmente dannosi per l’equilibrio psicofisico della ragazza e potrebbero addirittura spingerla verso il tunnel dei disturbi alimentari.

Altro esempio: immaginiamo un giovane che si senta vagamente attratto dalla propaganda terrorista: dopo aver cercato in rete informazioni in merito riceverà sempre più informazioni e messaggi che contribuiranno ad alimentare l’interesse in merito fino ad arrivare, in casi estremi, all’arruolamento e all’azione.

Anche senza arrivare a questi estremi, la profilazione può effettivamente limitare i nostri orizzonti, proponendoci solo contenuti a noi graditi e impedendoci quindi di confrontarci con opinioni e idee diverse dalle nostre.

Risultati imparziali

Qwant offre agli utenti risultati imparziali, identici per tutti e non ordinati in base alle preferenze di ciascuno. Come ogni motore di ricerca, anche Qwant vive di pubblicità, ma questa viene abbinata alla singola ricerca e non all’utente: se stai cercando un aspirapolvere, durante la sessione in corso ti verranno proposti degli aspirapolvere. Se la volta successiva cerchi informazioni diverse, visualizzerai annunci diversi e pertinenti con la ricerca in corso.

Il motore di ricerca è disponibile in versione desktop e mobile, tramite un’applicazione compatibile con i sistemi iOS e Android. Molto interessante è la versione Junior, concepita appositamente per bambini, insegnanti e genitori.

Qwant Junior

I contenuti potenzialmente inappropriati vengono eliminati automaticamente dai risultati delle ricerche. È presente una scheda “Educazione” nella quale i contenuti sono ordinati in base al loro valore pedagogico, valutato da un team di esperti. La versione Junior di Qwant, inoltre, non contiene pubblicità: un’attenzione in più che lo rende ancora più valido ai miei occhi.

Personalmente, non sono una fissata della privacy (in fondo racconto i fatti miei in rete da 10 anni!) e non ho nulla contro i cookie e la pubblicità mirata, ma questo incontro mi ha aperto gli occhi su alcuni aspetti della profilazione che possono essere problematici, soprattutto per i più giovani. Ho impostato Qwant come motore di ricerca principale per i miei figli perché mi sembra uno strumento in più per tutelarli nel loro approccio ad internet e lo sto utilizzando anche io, soprattutto da mobile, quando ho bisogno di andare direttamente al sodo e non ho necessariamente voglia di lasciare traccia di ogni mio spostamento.

E tu cosa ne pensi? Quanto tieni alla tua privacy online e quali sono gli accorgimenti che utilizzi per tutelarla?