Le più Belle Frasi di Maria Montessori

Cercando sul web ho notato che le “frasi celebri” di Maria Montessori riportate sui vari siti sono praticamente sempre le stesse. Così sono andata a sfogliare tutti i suoi libri e a spulciare quelle che avevo sottolineato per proporti qui la mia personale selezione.

Aiutami a fare da solo.

È il “motto” di Maria Montessori, che non va però frainteso: “Aiutami a fare d solo” significa dammi tutti gli strumenti materiali, aiutami a sviluppare le abilità fisiche necessarie e POI lasciami libero di sperimentare, restando al mio fianco come una presenza rassicurante, pronta ad intervenire in caso di (reale) necessità. Evita i commenti (siano essi positivi e negativi) mentre sto lavorando, rispetta e preserva la mia concentrazione, e intervieni solo ed esclusivamente se non riesco a svolgere il compito da solo. Se lo svolgo ma non alla perfezione, lascia che mi accorga da solo degli errori commessi e, se possibile, che trovi da solo la soluzione.

A questo proposito leggi anche: Montessori, il grande equivoco

La prova della bontà del metodo educativo è la felicità del bambino.

Un concetto tanto ovvio quanto sottovalutato, completato da quest’altra citazione:

Si pensa esclusivamente al domani del fanciullo, alla sua futura esistenza; e mai si bada al presente, cioè a quanto gli occorre per vivere nella sua età.

In anticipo di cent’anni, Maria Montessori fu una vera e propria maestra di mindfulness.

Nel suo libro “Il bambino in famiglia” la Montessori rimette in prospettiva anche i momenti più difficili della genitorialità, quando il bambino è piccolo e non lascia alla mamma (o al papà) un attimo di tranquillità:

Chi mai piangerà un giorno per l’immenso desiderio di vederci, sia pure digiunando, mentre noi mangiamo? […] quando mai succederà nella vita che qualcuno, appena desto, desideri di correre da noi, superando ogni difficoltà, senza l’intenzione di svegliarci, ma solo per vederci e darci un bacio? Chi mai farà questo per noi?

Sembra incredibile ma questi momenti difficili e faticosi ci mancheranno quando i nostri figli saranno grandi e preferiranno passare il loro tempo con gli amici.

Chi è servito invece di essere aiutato, in certo modo è leso nella sua indipendenza.

Sostituendoci ai nostri figli invece di “aiutarli a fare da soli” ritardiamo l’apprendimento di quelle attività che svolgiamo al posto loro: allacciargli le scarpe per fare più in fretta, finire un compito al suo posto per evitare capricci, eccetera, sono tutti modi per facilitarci la vita ma ritardano l’acquisizione dell’indipendenza. E ricordiamo: indipendenza è sinonimo di libertà.

Quando parliamo di «libertà» […] diamo alla parola il senso profondo di «liberazione» della sua vita da ostacoli che ne impediscono il normale sviluppo.

Siccome parla molto di libertà, la Montessori è spesso fraintesa. Qui in Francia, ad esempio, è diffuso il pregiudizio secondo il quale le scuole Montessori sono quelle scuole nelle quali “I bambini fanno quello che vogliono”. La libertà, nella visione Montessoriana, non è vista come assenza di regole ma come capacità di utilizzare al meglio le proprie capacità fisiche e mentali. Un bambino che non sa allacciarsi le scarpe, per riprendere l’esempio citato in precedenza, sarà dipendente dagli adulti per questo semplice gesto. Un altro che non può prendersi da solo un bicchiere d’acqua perché il rubinetto è troppo alto o la bottiglia troppo pesante non sarà libero di bere quando ha sete ma dovrà dipendere da chi si prende cura di lui, “disturbandolo” a sua volta quando potrebbe servirsi da sé. Per questo la Montessori propone oggetti (bottiglie e caraffe, ad esempio) a misura di bambino e sistemati alla sua portata, e strumenti (come uno sgabellino per raggiungere il rubinetto) volti a fare in modo che il bambino sia libero di muoversi nel suo ambiente (nei limiti di ciò che è in grado di fare autonomamente ed evitando i pericoli, ovviamente).

Riflettiamo un momento: che cosa significa veramente riposare? Per noi riposare non significa affatto oziare. I nostri muscoli non si riposano se noi restiamo immobili ma piuttosto se ci muoviamo in maniera conveniente. Così pure troviamo la quiete in un lavoro intellettuale, scelto liberamente, che dia forza al nostro stesso spirito.

È qualcosa di miracoloso come la stessa vita: Una maestra non è mai in grado di dire: a questo bambino occorre questo o quel lavoro per acquistare energia. Questo sta al di là di ogni possibilità di penetrazione. Solo la voce stessa della vita può scegliere il lavoro di cui il bambino ha veramente bisogno. Così basta che la maestra rispetti questo misterioso lavorio e sappia aspettare con fiducia.

Lo stesso vale, ovviamente, per i genitori. A volte distogliamo i nostri figli da attività che ci sembrano inutili per orientarli verso altre che riteniamo maggiormente educative. Nel farlo ignoriamo la spinta interna che i bambini sono capaci di seguire. Quella stessa “vocina” che noi adulti non riusciamo più a sentire e che, in molti casi, lavoriamo per ritrovare. Non disturbiamo il bambino nei momenti di concentrazione, anche se l’attività nella quale è assorto ci sembra futile: per prima cosa è proprio sulla capacità di concentrazione, la cui scarsità è una delle piaghe del secolo, che sta lavorando. In secondo luogo, sta ascoltando la sua voce interiore. Ovviamente non si tratta di lasciare che rompa i vetri o che prenda a calci il cane, ma finché l’attività non arreca danno o fastidio a nessuno dovrebbe essere rispettata.

Il bambino normale non ha bisogno di stimoli che lo risveglino e che lo mettano in rapporto con l’ambiente reale. Egli è sveglio, e i suoi rapporti con l’ambiente sono innumerevoli e continui. Egli ha bisogno invece di ordinare il caos formato dalla sua coscienza e dalla moltitudine di sensazioni che il mondo gli ha dato. Egli […] è un esploratore ardito nel mondo nuovo per lui, e come esploratore, ciò di cui ha bisogno è una strada (cioè qualcosa di limitato e di diretto) che lo conduca al suo fine e lo salvi dalle deviazioni affaticanti che non permettono di avanzare.

La scoperta del bambino

Si parla di “bambino normale” perché Maria Montessori ha lavorato, all’inizio della sua carriera, con bambini affetti da gravi ritardi mentali. Oggi tendiamo a riempire le giornate dei nostri figli con mille attività per fare in modo che siano più svegli, più intelligenti, più competitivi quando entreranno nel mondo del lavoro. In questo modo capita che non lasciamo loro il tempo di esplorare semplicemente il mondo in cui vivono.

Conoscevi queste frasi? Ne hai altre, tra le tue preferite, che vorresti condividere? Scrivimele nei commenti!