Foto dei Bambini Online: Perché NON ho Paura

Quest’anno il mio blog compie 10 anni. DIECI. Mi sembra incredibile. Nel corso di questi dieci anni ho scritto e cancellato più volte questo post. Non trovavo mai le parole giuste, o il tono giusto, o il momento giusto. Avevo paura di offendere chi ha fatto una scelta diversa, e così via. Ho iniziato a scriverlo mille volte, ma poi è sempre finito nel cestino.  Poi è arrivata una persona che mi ha tolto una spina dal fianco, mettendo nero su bianco ESATTAMENTE quello che penso.

Come Silvia, autrice del post in questione, anche io ho amici e parenti lontani. Proprio per loro è nato, nel 2007, questo blog, che è stato all’origine di moltissimi cambiamenti (tutti positivi) nelle nostre vite. Certo, potrei condividere le foto privatamente. Ma non ne sento il bisogno.

E pedofili?

Non ho paura dei pedofili. O meglio, ho paura dei pedofili nella vita reale, e a quelli faccio attenzione. Finché nessuno tocca i bambini (che siano i miei o quelli di altri) a me non interessa cosa fanno certi pervertiti in casa propria davanti al computer.

E la privacy?

Non ho paura che i miei figli, un giorno, mi accusino di aver violato la loro privacy. O meglio, sono pronta al fatto che mi rinfacceranno di tutto, anche le cose più impensabili fatte in buona, buonissima fede. Io a mia mamma ho rimproverato di non avere insistito quando ho deciso di smettere di andare a lezione di danza. Ma so con certezza che, se mi avesse obbligata, le avrei rimproverato il fatto di non aver rispettato la mia decisione.

In effetti non sono una fanatica della privacy. Da dieci anni racconto i fatti nostri ai quattro venti, e sui blog di mamme senza foto ho letto dettagli mille volte più imbarazzanti di una foto con la faccia piena di nutella.

Che poi, diciamocelo, se mio figlio (o una delle mie figlie) tra qualche anno decidesse che non vuole apparire sul web, potrebbe scomparire tranquillamente. Certo, le sue vecchie foto rimarrebbero online ma… chi mai saprà associarle al giovanotto che sarà diventato? Nessuno potrà trovare le sue foto digitando il suo nome e cognome perché il cognome, quello sì, è top secret.

A 14 anni ha già le idee chiare e sa che lui, sul web, ci vuole essere. Se un giorno cambierà idea non potrà rimuovere tutte le foto e le informazioni pubblicate in passato, ma potrà smettere di aggiungerne. Davvero pensate che il mondo continuerà a cercare informazioni su di lui? Io lavoro online da 10 anni, ma se domani smettessi di aggiornare il mio blog e i miei canali social, nel giro di un paio d’anni più nessuno si ricorderebbe di me. È vero che le immagini pubblicate sul web sono, potenzialmente, “per sempre”. Ma bisogna anche saperle andare a scovare, e avere un motivo per volerlo fare. A chi interessa andare a cercare informazioni su una determinata persona?

  • Un probabile datore di lavoro? Beh, in questo caso, con tutte le cose meravigliose che ho scritto su mio figlio, non potrà che assumerlo (sempre che lo trovi, visto che il suo cognome non è mai associato alla sua immagine).
  • Una futura fidanzata? Dopo aver letto com’era Leo da bambino, lo amerà ancora di più.
  • Qualcuno che lo detesta, per prenderlo in giro? Non troverà foto ridicole o imbarazzanti.

Perché stavolta sono arrivata fino alla fine di questo post? Perché ho letto di una pagina Facebook che, pare, per far capire ai genitori quanto sia “pericoloso” pubblicare le foto dei bambini, le ricondivide, abbastanza a caso. Molti genitori, indignati, vanno a protestare senza rendersi conto che hanno loro stessi reso possibile quella condivisione non impostando un filtro sulla privacy. Questione di ignoranza, e/o di leggerezza. Quando pubblichi una foto su Facebook DEVI sapere che questa potrà essere ricondivisa all’infinito. Se vuoi evitarlo, mettitela nel portafogli.

Detto questo, una foto è una foto, non è il suo soggetto. Ormai, nell’era del digitale, non è più nemmeno un oggetto.  A me del destino della foto interessa ben poco. Quello che conta è l’effetto che potrebbe fare una volta condivisa. E per questo c’è una semplice regola: sceglierle con cura e con un minimo di intelligenza.

Privacy e diritto d’autore

Attenzione: qualunque sia la tua opinione sulla questione della privacy, questa non ti svincola dalla regolamentazione legata al diritto d’autore e al diritto d’immagine: puoi condividere le foto dei TUOI figli perché sei il loro tutore legale, ma non puoi pubblicare foto di altri minori (o, semplicemente, foto che non ti appartengono) senza il consenso scritto dei genitori. A volte mi capita che le foto dei miei figli vengano usate per illustrare post, pubblicizzare centri yoga o altro. Quando chiedo, in qualità di legittima proprietaria dell’immagine, la rimozione da siti non autorizzati, mi capita di sentirmi dire che, se non voglio che le foto dei miei figli vengano utilizzate in rete, non dovrei pubblicarle. In questo caso la questione è differente. Il mio problema non è che ci siano foto dei miei figli in rete, ma che qualcuno stia utilizzando qualcosa che mi appartiene senza il mio permesso. Esporre ciò che ci appartiene (e sia chiaro, non parlo dei figli, ma delle foto) autorizza chiunque ad impossessarsene? Quindi posso andare al Louvre e portarmi via la Gioconda? Oppure se stendo le mie mutande fuori dal balcone chiunque passi sarà autorizzato ad utilizzarle per il semplice fatto che sono esposte? Non funziona così. C’è una regolamentazione ben precisa, e chi vuole illustrare il proprio blog o pubblicizzare la propria attività dovrà scattare le sue foto oppure acquistarne da terzi.

Per approfondire, leggi Le Regole della Rete di Federica De Stefani, avvocato.

A ciascuno i suoi valori

Se vuoi tenere le foto dei tuoi figli per te, va benissimo. Se invece vuoi pubblicarle, va benissimo lo stesso. Pensa semplicemente a non condividere informazioni che potrebbero permettere di rintracciare il luogo in cui il bambino vive o va a scuola, né situazioni troppo intime o imbarazzanti.

Qualunque cosa tu faccia, tuo figlio avrà mille cose da rimproverarti quando sarà grande. Quindi decidi in base ai tuoi valori personali e… incrocia le dita!