Editore o Self-Publishing? La mia Esperienza

Editore o self-publishing?

Da bambina sognavo di fare la scrittrice. Crescendo con un esempio di artista che non portava a casa la pagnotta sotto il naso, ho deciso di optare per soluzioni più sicure. Ma la passione per la scrittura non voleva saperne di andarsene, così ho trovato un compromesso e ho studiato da traduttrice.

Ho sempre amato le lingue straniere e soprattutto le possibilità che queste offrono, le porte che ti spalancano, i viaggi che fanno presagire. Gli studi sono quindi stati piacevoli e appassionati. Ho studiato l’inglese, il francese e lo spagnolo e ho vissuto all’estero per approfondirne la conoscenza.

Rientrata in Italia ho iniziato ad andare a bussare alle porte di case editrici grandi e piccole. La risposta era sempre la stessa:

Torna quando avrai più esperienza.

Ma come fai a maturare esperienza se nessuno ti dà la prima opportunità?

Dopo qualche anno e diversi lavori più o meno interessanti mi sono ritrovata a vendere yacht di lusso nel Principato di Monaco. Un lavoro che mi permetteva di continuare ad esercitarmi con le lingue e di incontrare persone provenienti da tutto il mondo. O almeno questo era quel che raccontavo a me stessa per convincermi che quel lavoro mi piaceva e che ero fortunata ad averlo. Sono un’inguaribile ottimista e cerco il lato positivo in tutte le situazioni. Alla lunga, però, tutti i nodi vengono al pettine.

Quando sono rimasta incinta ho scoperto che Monaco non offre molto come congedo maternità, e questa è stata la scusa per fare quello che, in fondo, desideravo: licenziarmi.

Ho passato alcuni anni a casa ad occuparmi di Leonardo e poi anche di Gloria, arrivata 19 mesi dopo. È stato un periodo molto intenso e faticoso, ma ero felice di fare la mamma a tempo pieno. Ogni tanto però mi chiedevo cosa avrei fatto “dopo”. Un buco di diversi anni sul CV non è il massimo per trovare un impiego.

Il blog

Nel frattempo avevo aperto questo blog come diario personale, e iniziato a seguire alcuni blogger italiani e stranieri. Il web mi permetteva di dare sfogo alla mia voglia di scrivere ma la fiducia in me stessa era talmente bassa che mi stupivo ogni volta che ricevevo un nuovo commento. Il blog era stato creato per restare in contatto con amici e parenti lontani, e non pensavo che a qualcun altro potesse interessare ciò che scrivevo.

Mentre rimuginavo sul mio futuro professionale mi sono ricordata di un consiglio del mio professore di spagnolo, Angelo Morino:

Metti l’editore davanti al fatto compiuto. Trova un libro non ancora tradotto in Italia, traducilo e proponiglielo già pronto.

In quel periodo seguivo Soule Mama, che aveva appena pubblicato il suo primo libro. L’ho letto, mi è piaciuto e l’ho tradotto in italiano. Poi sono tornata, come ai vecchi tempi, a bussare alla porta di possibili editori, solo per scoprire che esisteva un’agenzia letteraria italiana che aveva l’esclusiva per tutti i titoli della sua casa editrice. Ho contattato l’agenzia in questione ma la signora mi ha subito rimproverata per non aver rispettato l’iter tradizionale, tagliandomi fuori dalla questione. Sai come è andata a finire? Il libro non è mai uscito in Italia. Peccato.

Scoraggiata da questa ennesima “porta in faccia”, sono tornata a rifugiarmi nella mia soffitta, la sera dopo aver messo a letto i bambini, e a scrivere su questo blog. Scrivevo senza un motivo, senza una strategia, senza un obiettivo. Ogni tanto tornavo a chiedermi cosa avrei fatto “dopo”, ma non mi veniva in mente alcuna risposta.

Poi un giorno, su queste pagine, ho parlato del libro dello yoga che avevo realizzato per i miei figli. Alcune persone mi hanno chiesto dove potevano acquistarlo. In realtà si trattava di un libro fatto in casa, esistente in un unico esemplare, ma l’interesse dei lettori mi ha motivata: ho deciso di tentare la mia carta e di provare a farlo pubblicare.

Ho mandato testo e disegni a decine di editori. La maggior parte di essi non mi hanno risposto. Alcuni hanno invece risposto proponendo di pubblicare il libro con un “contributo dell’autore” che andava dai 600 ai 35oo euro, a seconda della casa editrice. Più grande era l’editore, più alta era la somma richiesta.

Di nuovo scoraggiata, ho deciso di lasciar perdere e di tornare alla mia vita da casalinga ancora per un po’.

Da hobby a professione

Nel frattempo, grazie al blog, ho iniziato a ricevere proposte di collaborazione con aziende che mi proponevano di testare i loro prodotti o di scrivere sui loro siti aziendali: ecco cosa avrei fatto dopo! In un modo diverso da quello che avevo previsto, avrei potuto comunque lavorare con la scrittura.

Il blog cresceva, e un giorno una piccola casa editrice venne a bussare alla mia porta. I ruoli si erano invertiti, non potevo crederci! Ero felicissima.

«Giochiamo allo yoga» uscì qualche mese dopo. Poi l’editore pensò di sparire nel nulla. Senza pagare ciò che spettava ai suoi autori, ovviamente.

Una bella fregatura.

Intanto, sul blog, iniziavo a ricevere altre richieste:

  • Da un lato le lettrici che volevano che confezionassi per loro un mei tai come quello che avevo fatto per Chiara, la mia terza figlia, che era arrivata nel frattempo.
  • Dall’altro chi voleva consigli per crearsi un percorso professionale simile al mio, lavorando da casa dopo la gravidanza.

Per accontentare le prime ho iniziato a cucire mei tai e a venderli online.

Per accontentare le seconde ho iniziato a scrivere «La mia mamma sta con me. Conciliare famiglia e lavoro grazie a internet».

L’ho proposto ad un editore, che mi ha risposto:

Lo stile è troppo da web. Non è adatto alla carta stampata.

Un altro invece ha deciso di darmi fiducia, pubblicando il libro che ha cambiato la vita di alcune delle mie lettrici (lo dicono loro, eh, non io!).

Quando trovi un editore serio che ti dà fiducia diventa più facile farsi notare dagli altri. Dopo l’uscita di «Giochi con me?», «Giochiamo allo yoga» ha avuto una seconda possibilità grazie a Gallucci ed è stato poi pubblicato anche in Francia.

Dopo le vicissitudini iniziali, potevo finalmente dire di avercela fatta. Tre libri all’attivo e altre proposte editoriali per il futuro: ero sulla strada che porta al successo.

Sì, ma la pagnotta?

Forse è vero che in Italia ci sono più scrittori che lettori, ma è anche vero che se un autore scrive due, tre, dieci… venti libri, un solo lettore può leggerne decine e decine. Quindi il mercato c’è. Ne sono sicura.

E qui veniamo al punto.

A meno che tu non faccia subito il botto, scrivendo quello che diventerà un best-seller internazionale (il che, purtroppo, non è il mio caso), con i diritti d’autore potrai farti una bella vacanza ma non certo vivere dignitosamente tutto l’anno.

Con il self-publishing accade l’esatto contrario. Non hai il prestigio del grande editore che affianca il suo nome al tuo. Non puoi “vantarti” di essere uno scrittore. Anzi, se lo fai ti daranno dello sfigato: ti sei autopubblicato perché le case editrici hanno rifiutato il tuo manoscritto ma tu non vuoi rassegnarti all’idea.

Però, se lavori tanto e bene, di self-publishing puoi vivere, o quasi.

Nel 2015 ho iniziato a scrivere «Mindfulness per genitori» per una casa editrice. Dopo aver rincorso per mesi un editor che si diceva interessato ma non aveva mai tempo per leggere con calma l’estratto che gli avevo mandato, ho preso l’estratto stesso (sessantadue pagine, materiale insufficiente per un libro degno di questo nome), l’ho trasformato in e-book e l’ho pubblicato su Amazon a 3,77€.

Risultato? Con questo e-book piccolo piccolo, venduto ad un prezzo piccolo piccolo, guadagno il doppio di quanto mi frutta ciascuno dei miei libri veri e propri, che hanno richiesto molto più lavoro e che sono in vendita ad un prezzo superiore ai 15€.

Il segreto?

Non c’è. È come andare a prendere le verdure dal contadino. Elimini gli intermediari e ti porti a casa una commissione molto maggiore. Anche se vendi molte meno copie, alla fine ci guadagni di più. Per racimolare cifre consistenti dovrai produrre tanti contenuti (anche brevi), privilegiando argomenti che non passano di moda.

Certo, io parto avvantaggiata perché ho già una forte presenza online, ma non è necessario essere una “webstar” per vendere. Basta trovare una nicchia e un bisogno da soddisfare, poi far sapere a chi ha quel bisogno che tu hai la risposta. Con i social network è una cosa fattibile.

Devi lavorare tanto e bene su tutti questi punti:

  • qualità dei contenuti (che sia fiction o non fiction, non devi vendere fuffa)
  • qualità della scrittura: meglio sempre far rileggere il testo ad una o più persone. Magari la prima volta puoi affidarti ad un editor professionista.
  • promozione (che comunque dovrai farti da solo anche se pubblichi con un grande editore, salvo rare eccezioni)

Innanzitutto devi definire la tua nicchia, il tuo pubblico, la o le categorie alle quali il tuo libro o e-book (personalmente consiglio questa seconda opzione) appartiene.

Perché Amazon?

Perché è il numero uno. Semplicemente. E per poter pubblicare su Amazon KDP (Kindle Direct Publishing) il tuo e-book non deve essere acquistabile in nessun altro store. La scelta quindi è presto fatta.

E se non hai un Kindle?

Compratelo subito. Forse fai parte (esattamente come me) di quelle persone che amano la carta e che hanno l’impressione di vendere l’anima al diavolo leggendo da un dispositivo elettronico.  Io ho rifiutato anche solo l’eventualità di acquistare un Kindle finché non l’ho avuto tra le mani. A questo punto sono bastati pochi secondi per autoconvincermi.

Innanzitutto l’esperienza non somiglia affatto, come temevo, alla lettura su tablet. Sembrano proprio pagine stampate. Ma la cosa più importante di tutte, per me, era poter sottolineare e fare le “orecchie” alle pagine che ritenevo importanti. Quando ho scoperto che potevo farlo anche su Kindle, ho deciso di acquistarlo. Un altro grande vantaggio è quello di potersi portare in giro una grande quantità di libri in pochissimo spazio/peso. Ultimo ma non meno importante, il prezzo di un libro digitale è decisamente inferiore a quello di uno cartaceo, quindi nel giro di pochi acquisti avrai ammortizzato il dispositivo. Molte opere libere da copyright (come i grandi classici, ad esempio) sono addirittura scaricabili gratuitamente.

I libri “che contano”, quelli di cui ti piace annusare la carta e che vorrai, un giorno, passare ai tuoi figli, potrai sempre acquistarli in cartaceo ed esporli in bella mostra nella tua libreria.

Se i tuoi potenziali lettori non hanno un Kindle?

Possono scaricare ugualmente l’e-book e leggerlo sul Cloud Reader di Amazon.

Perché proprio Kindle?

Perché non altri dispositivi simili? La risposta è la stessa che ti ho dato alla domanda “Perché Amazon?”. Kindle è il meglio, e lavora con amazon, il che significa una grandissima disponibilità di titoli, ineguagliata da altri dispositivi simili.

Come pubblicare su Amazon?

Qui trovi istruzioni dettagliate in merito:

E il cartaceo?

Se proprio ci tieni, puoi pubblicare anche una versione cartacea del tuo libro, con sistema print-on-demand. Basterà caricarlo su Createspace, partner di Amazon, per vederlo comparire sul celebre bookshop nel giro di pochi giorni.

Morale della favola

1760 parole e non ho ancora risposto alla domanda iniziale: editore o self-publishing? Entrambi, se puoi. La pubblicazione con una casa editrice ti serve a raggiungere un pubblico più ampio e a dare prestigio alla tua immagine. Serve a farti conoscere e, se hai fortuna, ad essere invitato in TV o alla radio. Ma, a meno che tu non sia il nuovo Ken Follet, è con il self-publishing che potrai più facilmente guadagnarti da vivere. Se ami scrivere avrai sicuramente più di un progetto in mente. Puoi iniziare lavorando con uno alla ricerca di un editore e con un altro sul self-publishing.

Se nessun editore dovesse darti retta non preoccuparti: non sei solo. Leggi  qui di alcuni autori illustri che si sono visti rifiutare la pubblicazione di quelli che sarebbero poi diventati grandi classici. Un rifiuto non significa affatto (ma nemmeno è escluso, attenzione!) che il tuo libro non sia valido. Se comunque dopo un po’ decidi di puntare tutto sul self-publishing, fallo come si deve, studiando tutte le risorse che trovi in rete e nel Kindle Store, a cominciare da questo, e dai due titoli che ti suggerivo nel paragrafo precedente.

Il mio libro autopubblicato n.1 nella classifica bestseller di Amazon, categoria Famiglia e Relazioni
Il mio libro autopubblicato n.1 nella classifica bestseller di Amazon, categoria Famiglia e Relazioni

Ora tocca a te

Cosa ne pensi? Sei un (affermato o aspirante) autore o scrittore? Questo post di Riccardo Esposito potrà esserti utile. Hai già tentato una di queste strade? Hai consigli utili per chi è agli inizi?

Post aggiornato il 9 novembre 2019: dopo quattro anni su amazon, il mio libro “Mindfulness per genitori” è stato rilevato dalla casa editrice Il Leone Verde, che lo ha rilanciato in una versione aggiornata: una nuova vita per questo libro che mi aveva già dato grandi soddisfazioni, ulteriore punto di vista utile per gli autori emergenti: si può essere notati da un editore grazie al successo su amazon. Anche questo aspetto va valutato quando si riflette sul dove pubblicare: il self-publishing non esclude la possibilità che la stessa opera venga in seguito pubblicata da un editore, anzi… può permettere ad editori che non avevi contattato di scoprirti e di interessarsi al tuo lavoro.