Il Mantra: cos’è e come funziona

cos'è il mantra

Il mantra è, in molte tradizioni, una formula sacra che viene ripetuta come una sorta di preghiera. Come una scialuppa di salvataggio in mezzo alle onde, il mantra ci permette di indirizzare la mente verso un porto sicuro, attraversando le tempeste a cui la vita ci confronta.

Il termine “mantra” è composto da man (mente) e tri (attraversare). È lo strumento che ci aiuta ad attraversare il mare (spesso agitato) della mente.

Quando la mente vaga senza meta, il mantra la riporta in carreggiata.

Il mantra nella vita di tutti i giorni

Ripetere il vostro mantra può essere utile in molte situazioni:

IN CASO DI INSONNIA – Non riuscite a dormire? Invece di fissare l’orologio contando le ore di sonno che vi state perdendo o quelle che mancano al suono della sveglia, incrementando lo stress e riducendo quindi al minimo le possibilità di addormentamento, potete ripetere il vostro mantra. Un’iniezione di positività che vi accompagnerà dolcemente verso il sonno. Attenzione, il mantra non risolverà il vostro problema di insonnia (anche se il fatto di liberare la mente potrebbe favorire il sonno). Lo scopo è di evitare che, oltre a rimanere svegli, scivoliate in un circolo vizioso fatto di stress e nervosismo.

SUL LAVORO O CON I FIGLI – Il vostro capo è proprio insopportabile? Se non potete permettervi di rispondergli a tono, ripetete mentalmente il vostro mantra. Vi aiuterà a ritrovare la calma. Il vostro bambino vi sveglia più volte nel cuore della notte? Mentre tentate di addormentarlo, ripetete il vostro mantra per mantenere la calma. I vostri figli, più grandicelli, vi fanno impazzire? Usate il mantra per “sbollire”, evitando reazioni che rimpiangereste.

PER I BAMBINI – Se abituati a sentirlo pronunciare dai genitori, anche i bambini utilizzeranno spontaneamente il mantra. Incoraggiateli a ripeterlo quando stanno per “esplodere” o quando li aspetta una prova difficile (appuntamento dal dentista, prima notte fuori casa, eccetera…).

DURANTE UN COMPITO MECCANICO O SGRADEVOLE – Vi capita mai di provare un senso di pienezza e di felicità apparentemente ingiustificata, mentre svolgete compiti banali e/o ripetitivi? Mentre lavate i vetri o spazzate i pavimenti, ad esempio? Grazie al mantra potrete ritrovare questa sensazione anche quando il lavoro che state svolgendo proprio non vi va giù. Basterà effettuarlo in modo meccanico, ripetendo la “formula magica”.

PER SCACCIARE I PENSIERI –  Che siano buoni o cattivi, i pensieri creano spesso una sorta di ronzìo, un rumore di sottofondo nella nostra mente. Ripetere il mantra aiuta a ristabilire la calma, la pace, il silenzio. È un po’ la strategia del “chiodo scaccia chiodo”. Non è facile sedersi, chiudere gli occhi e liberare la mente. Ma riempirla con un pensiero pulito, positivo e ripetitivo non lascerà più spazio per ciò che ci tormentava.

PER CALMARE LA PAURA, LA COLLERA, IL DOLORE – Quando siamo sopraffatti da questi sentimenti, il mantra ci aiuta a lasciarli decantare. Le impurità si depositeranno al fondo, lasciando la nostra mente limpida e fresca. Avete paura di volare? Chiudete gli occhi, respirate e ripetete (mentalmente o ad alta voce) il vostro mantra. State per esplodere per via della collera? “Contate fino a dieci”, si dice di solito. La formula rassicurante e familiare del vostro mantra avrà lo stesso effetto. State soffrendo? Il mantra vi aiuterà a liberare la mente da ciò che vi turba.

 

Trovare il proprio mantra

Di seguito trovate alcuni mantra tradizionali, tratti dal libro “The Mantram Handbook” di Eknath Easwaran. Il mantra che sceglierete potrebbe seguirvi tutta la vita, oppure potrete alternarne più di uno in base alle situazioni che state attraversando. Secondo Easwaran, i mantra tradizionali hanno “una marcia in più” rispetto a quelli più moderni o personalizzati: il fatto di essere stati ripetuti da migliaia di persone per secoli e secoli li renderebbe più efficaci. Se questa interpretazione vi sembra plausibile, potete adottare uno dei mantra proposti di seguito. Se invece credete che un messaggio personalizzato possa essere più calzante, potrete inventare voi stessi il vostro mantra o scegliere una frase che vi ispira particolarmente.

 

I mantra tradizionali

NEL CRISTIANESIMO

Ripetere incessantemente una preghiera è un po’ come ripetere un mantra. La sola differenza è che, nella tradizione cristiana, tendiamo a pregare qualcuno che sta al di fuori, al di sopra di noi, quasi a chiedergli un favore. Nelle religioni orientali invece si prega la divinità che è non solo fuori, ma anche dentro di noi.

Se siete cattolici potete usare la preghiera del cuore, come la ripeteva incessantemente l’autore dei Racconti di un Pellegrino Russo. La versione completa è “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me“, ma potrete abbreviarla con un più semplice “Signore, pietà” oppure “Cristo, pietà“. Altre formule adatte ai cristiani possono essere  “Ave Maria” oppure “Sia fatta la tua volontà“.

Personalmente, amo moltissimo la preghiera semplice di San Francesco d’Assisi, e ripeto spesso “Signore, fai di me uno strumento della tua pace“. Ripetere queste semplici parole mi aiuta ad uscire da situazioni complesse e a prendere decisioni difficili: sceglierò la via che mi porta verso la pace.

Immaginate, ad esempio, di incontrare una persona che proprio non sopportate. Ripetere mentalmente “Signore, fai di me uno strumento della tua pace” vi aiuterà a gestire la situazione. Pensate invece di dover scegliere tra due opzioni per voi vantaggiose. Anche in questo caso ripetere il mantra vi aiuterà a ricordare la direzione che avete deciso di dare alla vostra vita.

Oppure immaginate di dover attraversare un periodo difficile, e di avere difficoltà a comprendere il senso di ciò che vi sta succedendo. “Sia fatta la tua volontà” rappresenta l’accettazione di un disegno più grande, nonostante la nostra incapacità di comprenderlo. Ripeterlo regolarmente ci aiuta a non cadere nello sconforto.

 

NELL’INDUISMO

RAMA – Gli induisti ripetono spesso il nome di Rama, avatar del dio Visnu ed eroe dell’epopea del Ramayana. Letteralmente, Rama significa “Colui che ci riempie di gioia”. Nel ripetere questo mantra, gli induisti non invocano semplicemente il personaggio (che è comunque esempio di virtù e grande fonte di ispirazione) ma anche l’eroe che si trova nel cuore di ciascuno di noi. “Rama” era il mantra utilizzato da Gandhi.

KRISHNA – Krishna è un altro degli avatar (ovvero delle incarnazioni) del dio Visnu. Altro personaggio forte e virtuoso, figura chiave della tradizione induista. Il suo nome è un mantra molto utilizzato in India.

OM NAMAH SHIVAYA – Anche il nome del dio Shiva viene utilizzato come mantra. Il suo scopo è quello di liberarci dall’egoismo. Nella trinità induista, Shiva rappresenta il distruttore. Colui che spazza via quello che dobbiamo lasciarci alle spalle per fare spazio alla consapevolezza. “Om Namah Shivaya” significa “Signore (in questo caso Shiva), sia fatta la tua volontà“.

 

NEL BUDDISMO

OM MANI PADME HUM – Letteralmente, il mantra può essere tradotto in «Om il Gioiello nel Loto Hum». Om  rappresenta il principio universale , il suono che diede origine a tutte le cose; Mani  significa «Gioiello» ed indica l’essenza del Nirvana, il più prezioso dei tesori; Padme  significa «loto» ed indica il mondo fenomenico (detto anche Samsara); la sillaba Hum  rappresenta la saggezza ed è di buon auspicio;

Il Mantra sta ad indicare che il Nirvana (l’illuminazione, la realizzazione) non va cercato in capo al mondo ma nella nostra quotidianità.

NELL’EBRAISMO

BARUKH ATTAH ADONAI – Significa “Benedetto sia tu, Signore”.

NELL’ISLAM 

BISMILLAH IR-RAHMAN IR-RAHIM significa “In nome di Allah, il clemente, il misericordioso”

ALLAHU AKBAR – “Allah è grande”

Il nome di Allah viene utilizzato anche da solo come mantra.

NELLO YOGA

OM – OM è il suono primordiale e rappresenta l’Universo intero. Il manifesto e il non manifesto. Nato in seno alla cultura induista, questo mantra è ormai slegato da ogni connotazione religiosa e viene utilizzato dagli yogi di tutto il mondo.

Hamsa, So’Ham, So’Ham Namah vi permettono di riconnettervi con il vostro sé profondo.

Nello yoga esistono anche sette mantra legati ai sette chakra. Ciascuno di questi centri energetici ha il suo mantra. Di questi sette mantra parleremo in un post dedicato.

FRASI CELEBRI E MANTRA PERSONALIZZATI

Ciascuno di noi può adottare il proprio mantra, una sorta di motto che lo guiderà come un faro nella notte attraverso le avversità della vita. Forse avete già trovato il vostro mantra; magari lo avete inventato voi stessi, oppure è quella frase che avete sentito una volta e che è rimasta impressa nella vostra memoria. O quella che vi diceva sempre vostra nonna quando eravate bambini. Potrebbe trattarsi di una frase tratta da una poesia, da una canzone o da un’opera letteraria, o di una pronunciata da un personaggio che è per voi fonte d’ispirazione.

Potrebbe essere “Devi essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Gandhi); “Siate affamati, siate folli” (Steve Jobs); oppure “Chi vince gli altri è forte; chi vince se stesso è potente” (Lao Tzu); o ancora “Non è forte colui che non cade, ma colui che cadendo si rialza” (W. Goethe).

Trovate il vostro mantra, trovate le parole che risuonano nel vostro cuore e che vi danno la spinta giusta, e ripetetele mentre praticate lo yoga, durante le attese o i tempi morti, oppure nei momenti difficili. Vi guideranno, come un faro, attraverso le tempeste della vita.

Meditare con il mantra

Una volta trovato il vostro mantra potrete utilizzarlo nella meditazione. Puntate un timer a cinque minuti per iniziare (l’ideale sarebbe poi aumentare gradualmente fino ad arrivare almeno a venti). Sedetevi a terra a gambe incrociate se potete, altrimenti su uno sgabello, senza appoggiare la schiena e tenendola ben diritta. Chiudete gli occhi e osservate la vostra respirazione. Ripetete mentalmente (o ad alta voce, se preferite) il vostro mantra. Potete ripeterlo al ritmo del respiro o in modo completamente dissociato da quest’ultimo. Respirate profondamente, facendo scendere l’aria fin nella pancia, e portate la concentrazione sul mantra. Continuate così fino al suono del timer.

È molto probabile che, come la barca descritta in apertura, la vostra mente vada alla deriva durante la meditazione. Questo non è assolutamente un problema: voler fermare la mente è come voler fermare le onde del mare. Niente frustrazione quindi: l’esercizio consiste semplicemente, nel momento in cui vi rendete conto che vi siete “persi”, a prenderla per mano e ricondurla dolcemente al mantra. 

Una volta allenata la mente in questo modo, sarà molto più semplice cimentarsi autonomamente con altri tipi di meditazione.