Quando l’Obiettivo NON si Avvicina

Questo post fa parte della sfida #ChangeForTheBetter, sponsorizzata da Kellogg’s.

running girl - aarmono from flickr
credits: aarmono

Proprio ieri vi parlavo dei miei figli e dei loro primi passi nel mondo dello sport. Di Leonardo che ci ha sorpresi con una prestazione che proprio non ci aspettavamo.

Anche io ho sorpreso me stessa negli ultimi 12 mesi. Da quando ho iniziato a correre ho bruciato record su record (attenzione, parlo dei miei record personali, assolutamente ridicoli per una persona che pratica sport con regolarità). Sono arrivata a correre 10 km in un’ora e ho sorpreso persino me stessa, quest’estate, toccando un ritmo di 4,56/km. Che per voi forse non vorrà dire niente ma per me è volare.

Cattura

I miei progressi erano così evidenti che quando mi hanno proposto la sfida di #ChangeForTheBetter ho scelto come obiettivo quello di correre 15 km. In fondo il passaggio dai 5 ai 10 è stato assolutamente indolore.

Questa volta però non è la stessa cosa.

Durante l’estate, per via del caldo, non ho mai corso più di 5 km di fila. Sul tapis roulant, per giunta (seguendo però il consiglio di Elisabetta di impostare sempre la pendenza a 3 per simulare lo sforzo della corsa su strada). A settembre ho iniziato (cosa assolutamente non programmata per quest’anno) ad insegnare yoga e devo dire che, se la soddisfazione è immensa, anche lo sforzo fisico è notevole.

Continuo a sentire il «richiamo» della corsa (l’abbiamo già detto, vero, che dà dipendenza?) ma continuo a non superare i 5 km. Perché le sfide sono stimolanti e positive ma bisogna anche fare i conti con il proprio corpo e il mio, in questo momento, non mi può dare di più.

Che fare, allora? Gettare la spugna?

Non necessariamente. Ho ancora un mese e mezzo di tempo per raggiungere il mio obiettivo e spero che, piano piano, il mio corpo si abitui ai nuovi ritmi a cui è ora sottoposto e sia pronto, magari, a superare se stesso.

Se così non fosse, non avrò paura di ammettere che non ce l’ho fatta. Grazie allo yoga ho imparato ad ascoltare il mio corpo. Grazie alla corsa ho imparato a superare i miei limiti. Nel giusto equilibrio tra i due sta, secondo me, la chiave del successo. E per successo intendo il benessere e la soddisfazione personale.

Che bello sarebbe correre per 15 km di fila! Ma non a spese del mio corpo. Non a costo di spomparmi, di sfinirmi e di sentirmi uno straccio.

Oggi sono in una fase di stallo non posso fare altro che accettarla.

Vi capita mai di accorgervi  che ciò che avevate previsto, in un determinato momento, sia fuori dalla vostra portata? Come vi comportate di fronte ai vostri limiti fisici?