Ricordi Felici

[Questo post è scritto in collaborazione con Pronovias]

Questo blog è un vero e proprio diario per me, e spesso mi capita di cercarne delle pagine per ricordare insieme ai ragazzi alcuni momenti passati. Ieri, ad esempio, Gloria mi ha detto che a scuola stanno studiando Picasso. Mi è tornato in mente questo post di nove anni fa, glie l’ho fatto vedere e abbiamo riso tantissimo, soprattutto per il disegno di Leo.

Da qui abbiamo ripercorso a ritroso molti ricordi della nostra famiglia che negli anni ho affidato a queste pagine virtuali, dai primi giorni di scuola al giorno del nostro matrimonio, al quale – ho notato – avevo dedicato solo poche righe.

Tutto è iniziato la notte di Natale del 2007. Ci eravamo da poco trasferiti in quella che chiamavo la nostra “casa nella prateria”. Per rassicurare e tenere aggiornati amici e parenti che ci prendevano per pazzi (mollare tutto e trasferirsi in campagna con due bambini piccoli? Fatto!) avevo deciso di aprire questo blog. Non c’erano ancora i social network, o comunque non li si usava come oggi. Jean e io ci eravamo detti che avremmo fatto dei regali ai bambini ma che non ce ne saremmo fatti tra noi. Quando lui si è presentato con la scatoletta rossa mi sono sentita terribilmente in colpa: io non gli avevo preso nulla!

Quando si è messo in ginocchio non ci potevo credere. Ne avevamo parlato tante volte e avevamo sempre detto che sposarsi avrebbe avuto un senso anni prima, ma che adesso non sarebbe servito più a niente. E sono state queste parole ad uscire per prime dalla mia bocca. Insomma… non proprio una scena romantica!

Mi ci è voluto un attimo per riprendermi e ritrovare la lucidità necessaria in un momento del genere. Di fronte all’uomo che avevo scelto come compagno e padre dei miei figli non ci è voluto molto e, in barba a tutto quello che avevamo detto fino ad allora, ho detto sì.

È stata Laure Line, mia cognata, che stava per sposarsi a sua volta, ad accompagnarmi alla ricerca dell’abito bianco. Io vivevo in un paesino dell’Alta Savoia dove gli unici negozi erano una merceria e una cartoleria e avevo adocchiato alcuni vestiti da sposa a sirena online. Lei stava a Lione, non troppo distante, e lì c’era davvero l’imbarazzo della scelta. Io la raggiungevo nei fine settimana e andavamo insieme in giro per negozi. Lei, che era giovanissima, ha scelto un abito molto romantico di una stilista lionese. Io, avendo appena scoperto di essere nuovamente incinta ho optato, tra gli abiti da sposa Pronovias che già avevo adocchiato, per un modello che potesse contenere la pancetta che avrei avuto il giorno del “sì”.

Ma i guai non erano ancora finiti: io volevo un matrimonio con pochi intimi, lui una grande festa. Alla fine l’abbiamo avuta vinta entrambi: una cerimonia semplice, solo noi, i nostri figli, il capitano e due testimoni di fortuna a a bordo di una nave da crociera al largo delle Baleari, e poi la cerimonia in chiesa con famiglia ed amici al gran completo. Così ho avuto l’occasione di indossare il mio abito da sposa per ben due volte!

Ho dovuto ricredermi perché vedere tutte e due le famiglie e tutti i nostri amici riuniti un uno stesso posto e in uno stesso momento, e riuniti lì per noi, è stata un’emozione fortissima e sarebbe stato un vero peccato rinunciarvi. E anche se Jean ed io abbiamo poi preso due strade diverse, il giorno (o meglio, i giorni!) del nostro matrimonio restano per entrambi tra i ricordi più belli in assoluto.