New York, New York

New York non era affatto nella lista dei posti che desideravo visitare. Non mi attirava per niente. L’anno scorso ho deciso di fare un viaggio con mia mamma e volevo farle scoprire la Florida, che avevo girato (e adorato!) qualche mese prima. Ma lei ha insistito per la Grande Mela, e non ho saputo dirle di no. Era il suo primo viaggio oltre oceano, e ho lasciato che scegliesse la destinazione.

Siamo arrivate in piena notte e un taxi ci ha portate direttamente in hotel. Il tragitto dall’aeroporto non era niente di particolare e noi eravamo sfinite dal viaggio. Siamo crollate immediatamente e abbiamo recuperato un po’ di energie.

Il giorno dopo, al risveglio, è stata tutta un’altra storia.

“Non si sceglie cosa si ama. O chi si ama. E io, quella mattina, mi innamorai di lei.”

(JR Moehringer – “Pieno giorno” parlando di NY)

Avevamo dato un’occhiata alle guide e avevamo una vaga idea di ciò che ci interessava visitare, ma nessun programma rigido. Abbiamo deciso di trascorrere il primo giorno semplicemente scoprendo la città. Passeggiando lungo le strade intorno all’hotel, mi sembrava di essere in una puntata di “Friends”. Avevo già avuto questa sensazione da “sembra di essere in un film” in Florida, ma qui il film era completamente differente.

In un attimo sono stata letteralmente travolta dall’energia di questa città. E mentre scrivo mi accorgo di quanto sia riduttivo il termine “città”. New York è un mondo intero… un universo. L’energia è palpabile e scorre per le vie disegnate con precisione trascinando indifferentemente newyorkesi, viaggiatori e turisti stralunati. Non fa discriminazioni né favoritismi, appena ti affacci tra i suoi edifici vieni accolto tra le sue braccia e trasportato amorevolmente.

Quella mattina siamo andate a piedi a Times Square. Un posto dove ti può capitare di incontrare Emilia Clarke travestita da Jon Snow, di stringerle la mano e di darle pure un dollaro, il tutto senza riconoscerla.

Un posto che conosci già senza averlo mai visitato, perché è lo sfondo di tante avventure cinematografiche, televisive e letterarie alle quali hai partecipato nel corso degli anni.

Avevo finito da poco “Il bar delle grandi speranze”, uno dei libri più belli che io abbia mai letto, senza far caso ai luoghi citati, e all’improvviso me li ritrovavo davanti. Erano rimasti nascosti in un angolo della mia memoria e riaffioravano inavvertitamente appena svoltato un angolo.

Nei giorni successivi abbiamo visitato tutto ciò che una settimana ci permetteva di visitare senza fretta: eravamo entrambe d’accordo sul fatto che preferivamo assaporare ogni momento piuttosto che correre da un’attrazione turistica all’altra.

I negozi di Soho, i murales di Brooklyn, il mitico ponte… il giorno in cui siamo state a Brooklyn ci siamo fermate a mangiare un’insalata da Sweetgreen. Eravamo sedute accanto alla vetrina e vedevamo un sacco di persone che si fermavano a farsi foto e selfie proprio in mezzo alla strada. Non riuscivamo a vedere cosa ci fosse alle loro spalle, ed essendo arrivate da quella direzione, ciò che tutti fotografavano era alle nostre spalle mentre camminavamo. Una volta uscite dal locale ci siamo accorte di essere dentro la locandina di “C’era una volta in America”!

Pur non avendo conosciuto la città prima degli attentati dell’11 settembre 2001, l’immagine dello skyline con le torri gemelle era impresso nella nostra memoria come in quella della maggior parte degli occidentali. Al loro posto, o meglio accanto a quello che era il loro posto, oggi si erge One, la nuova sede newyorkese del World Trade Center.

Dall’ultimo piano si può ammirare una vista mozzafiato della città, e il memoriale dell’11 settembre. Dove prima sorgevano le due torri, ora ci sono due grandi fontane quadrate, che riportano i nomi di tutti i caduti.

Un luogo impressionante, che riporta alla memoria il dramma ma anche la forza incredibile di questa città e dei suoi abitanti.

Un altro punto imperdibile per ammirare la città dall’alto è l’Empire State Building. Dopo il crollo delle torri gemelle riottenne provvisoriamente il titolo di edificio più alto della città, per essere poi nuovamente superato dal nuovo World Trade center. Con il suo stile inconfondibile resta comunque uno degli edifici più noti e più amati al mondo. Ed è anche lui una star del cinema… ricordi King Kong aggrappato alla sua cima?

Un operaio alla costruzione del grattacielo. Sullo sfondo, il Chryser Building.
Taken by Lewis Hine, edited by Durova 
Edited version of Image:Old timer structural worker.jpg.

Impossibile raccontare New York in un solo post ma il finale di questa storia è che… non è affatto finita. Se NY era, poco più di un anno fa, in fondo alla mia lista dei desideri, oggi è la destinazione numero uno che sogno di far scoprire ai miei figli!

[Questo post è scritto in collaborazione con Musement]