Vincere la Depressione in Due Settimane

Nel suo libro “Come vincere lo stress e cominciare a vivere” Dale Canergie non dice – come ammette lui stesso – niente di nuovo. Chi lo legge ci troverà dentro un sacco di cose che già sa. Se queste strategie non funzionano è semplicemente perché, pur conoscendole, non le si mette in pratica.

Tra le varie strategie per (ri)trovare la felicità, Canergie propone quella di Alfred Adler, grande psichiatra, psicoanalista, psicologo e psicoterapeuta austriaco che ai suoi pazienti depressi diceva:

Potete guarire in due settimane, a patto che seguiate le mie prescrizioni: cercate di pensare ogni giorno a come potreste fare felice qualcuno.

Un giorno un amico che soffriva di depressione mi ha detto che, secondo lui, la depressione è un lusso: «Soffriamo perché abbiamo il tempo per crogiolarci nella nostra insoddisfazione, e perché siamo abbastanza intelligenti (o colti) per aspirare ad altro».

Nel suo libro “La mia lotta per la libertà“, Yeonmi Park parla di come, fino a qualche anno fa, i coreani si considerassero il popolo più felice e fortunato del mondo nonostante il terribile regime dittatoriale che li opprimeva, semplicemente perché ignoravano il fatto che si potesse vivere in altro modo.

Elogio dell’ignoranza? Certamente no. Ogni cambiamento porta in sé una fase di crisi, e in questa fase la sofferenza è accettabile, se non addirittura necessaria. Non deve però diventare cronica. Quando la sofferenza si cristallizza e diventa un modo di vivere, si trasforma in depressione.

Un’altra strategia proposta dal Canergie nel suo libro è infatti la “terapia lavorativa” già conosciuta e utilizzata nella Grecia antica. Questa consiste nel tenere costantemente occupati il corpo e la mente, in modo da non lasciare a quest’ultima il tempo di rimuginare sulle proprie sofferenze.

Sullo stesso principio si basa l’utilizzo del mantra, che tiene occupato non il corpo ma la mente, sostituendosi al pensiero negativo.

Le strategie sono tante, e tutte valide. Se Adler ha ragione, la sua è certamente la più rapida. Concentrarsi sugli altri per dimenticare le proprie sofferenze: vale senz’altro la pena di provare!

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