Un nuovo amore

Qualche tempo fa ho postato questa foto sul mio profilo Facebook e ho promesso di raccontare al più presto “tutta la storia”.

In realtà “la storia” in sé non potrebbe essere più banale: il solito “ti presento una persona” che ogni single si sente ripetere in continuazione e al quale spesso seguono incontri poco interessanti.

Ma non questa volta. Se a me l’amica comune aveva già parlato della persona che voleva presentarmi, a lui non aveva detto nulla. Eppure – guarda caso – tra le numerose persone presenti alla festa a cui entrambi eravamo invitati, il suo sguardo si è posato proprio su di me. Abbiamo iniziato a chiacchierare, ed è stato uno strano susseguirsi di punti in comune. Ho persino sospettato (non sapendo ancora che lui fosse ignaro dell’incontro combinato) che il nostro cupido gli avesse detto tutto su di me e che lui stesse sfoderando una sapiente strategia!

Ma c’era di più. C’era – ovviamente – dell’attrazione, ma non solo. Non mi ero mai sentita così a mio agio con una persona appena incontrata. A livello fisico, intellettuale, emotivo… è stato così naturale avvicinarsi, così facile fidarsi, così spontaneo sentirsi al sicuro.

Ci siamo salutati perché la festa era finita ma le nostre conversazioni non lo erano. Non ci siamo scambiati i nostri numeri di telefono. “Se gli interesso mi troverà” ho pensato. Con una cara amica in comune e con tutti gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione, non c’è niente di più semplice.

Neanche il tempo di pensarlo, e avevo già ricevuto un suo messaggio su Facebook. Che strano uomo… non mi tiene un po’ sulle spine? Era davvero diverso da tutti quelli che avevo incontrato durante i miei due anni da single?

Lo era. Molto, molto diverso. Ho scoperto un uomo capace di esprimere apertamente i propri sentimenti e di parlare delle proprie emozioni. Un uomo che non ha bisogno di inutili giochini per dare l’impressione di essere distante, inaccessibile, desiderabile. Un uomo che non finge di non essere interessato quando invece lo è. Un uomo che ha saputo sincronizzarsi con me e fare ogni passo al momento giusto. Gli è toccato farli tutti lui, i passi verso di me. Io ero sentimentalmente molto sfiduciata e anche se lui mi piaceva non mi sono mai sbilanciata. Non per fare a mia volta l’inaccessibile ma semplicemente per una sorta di inerzia che si è impadronita di me in seguito alle delusioni attraversate.

Lui ha avuto la pazienza, la delicatezza, la capacità di ascoltare, di comprendere, di accogliere. Di esserci.

Ci siamo rivisti il giorno successivo e quello dopo ancora. E ancora oggi, mentre impariamo a conoscerci sempre meglio, ogni nuovo “pezzo” si incastra perfettamente nel puzzle delle nostre vite.

Non ci credevo più, ad un amore così.

Prima di concludere le due relazioni che ho avuto dopo il divorzio, mi ero chiesta se fosse ragionevole “volere di più”. Alla mia età, madre di tre figli… era davvero realistico sperare di trovare “l’uomo ideale”? Ho finito per concludere, entrambe le volte, che l’indipendenza fosse preferibile ad una relazione sfacciatamente sbagliata. Il buon vecchio “Meglio soli che male accompagnati”.

Allora esisteva, l’uomo ideale? Se per “ideale” intendiamo un uomo che sappia osservarci, ascoltarci, comprenderci, rispettarci e amarci per ciò che siamo realmente mi tocca ammettere, rimangiandomi quanto affermato con convinzione negli ultimi anni, che uomini così esistono.