Primavera

Lo so, lo so, tutti i blog che si rispettino in questi giorni parlano di primavera.
Noi l'abbiamo festeggiata prendendoci cura del nostro giardino: zappando, potando, iniziando a preparare il nostro primo orto.
L'abbiamo festeggiata danzando nei prati con ali da farfalla.

L'abbiamo festeggiata mangiando fuori per la prima volta quest'anno, nonostante il venticello gelido. Ma tanto a noi cappelli e sciarpe non mancano. Qui Chiara indossa l'ultimo cappellino, fatto con la prima lana che ho tinto. O meglio, con quello che ne restava dopo aver fatto il golfino.

Nel frattempo ho tinto gli ultimi gomitoli di "meri-cach" (sta diventando un'ossessione!), e sto iniziando uno scaldacuore.
Sempre per Chiara. Lo so, lo so, da questo punto di vista sto trascurando un po' Leonardo e Gloria. Ma ho delle attenuanti:
– Sono ancora nella fase post parto in cui io e lei siamo tutt'uno.
– I vestitini da neonato si fanno cosi' in fretta… è una meraviglia!
– Leonardo e Gloria hanno un sacco di cose fatte da mamma nel corso degli anni. Chiara è appena arrivata…
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Ma non è di questo che volevo parlare oggi. In realtà, volevo parlare di scuola, e di educazione.

Questo fine settimana abbiamo ricevuto la "pagella" di Leonardo. Sapevo che davano delle valutazioni ai bambini (stiamo parlando di scuola materna), ma non credevo ci fosse addiritura la pagella. Li valutano su un'infinità di cose. Dall'allacciarsi le scarpe al modo in cui corrono, a quello in cui disegnano. Le valutazioni sono tutte buone, ma mi chiedo: pensano davvero che abbiamo bisogno che siano loro a dirci se nostro figlio sa allacciarsi le scarpe o no?
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Leonardo ha fatto amicizia con un bambino di quinta elementare. La maestra di quest'ultimo gli ha proibito di giocare con lui. Motivo: deve giocare con quelli della sua età.

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La maestra di Leonardo gli ha insegnato a scrivere il suo nome (che lui sapeva già scrivere) cosi': Léonardo. Con un accento sulla "e", come si scriverebbe in francese. Gli ho detto di dirle che il suo nome è italiano e che si scrive senza accento. Risposta: "No, il tuo nome è francese. No, non è possibile che si scriva senza accento".
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E io dovrei lasciare a questa gente il compito di educare i miei figli…

A proposito di educare… Mentre i bambini giocavano al dottore, Leonardo ha estratto a Gloria una costola. Questo mi ha fatto pensare alla storia di Adamo ed Eva, e ho iniziato a raccontargliela. A forza di domande, ci siamo ritrovati a leggere la Bibbia.
Mi sono ritrovata tra le mani quel libro che conosco bene. L'ho chiesto come regalo di Natale (no, non ho mai detto di essere stata una bambina normale) quando avevo sette anni. Uno in più di Leonardo. Ed è uno dei pochi oggetti che sono riusciti a seguirmi nonostante il divorzio dei miei genitori, e la lunghissima serie di traslochi che ne è seguita.
Ora me ne chiedono un passaggio ogni sera. Ovviamente siamo ancora all'antico testamento, dal quale seleziono per loro dei brani.
Da questa sera pero' ho pensato che per prepararci alla Pasqua sarebbe stato più opportuno passare ai Vangeli. E cosi' abbiamo fatto.
Devo ammettere che non mi aspettavo tanto interesse da parte loro per un libro scritto in maniera cosi' poco accattivante. E invece loro ascoltano rapiti e non ne hanno mai abbastanza.
Inizia cosi' una nuova avventura, un nuovo rituale della sera…