Rieducazione con Jawbone Up

Credits: jawbone.com
Credits: jawbone.com

Qualche tempo fa vi ho parlato del braccialetto Jawbone Up, acquistato dopo averlo visto ad Edoardo Schenardi (che qui vi spiega per bene come funziona). Un gadget che continua a divertirmi e che si sta rivelando utile in questi giorni successivi all’operazione (per chi non avesse letto, ho subito un piccolo intervento al menisco).

Dopo l’operazione il medico mi ha prescritto due giorni di assoluto riposo, dopodiché avrei potuto iniziare a camminare, senza bisogno delle stampelle.

Nel mio innato ottimismo, immaginavo di alzarmi il terzo giorno e di andare a fare una passeggiata come se niente fosse. Quando mi sono accorta che il ginocchio cedeva e che mi faceva male, sono tornata a letto e mi sono messa a lavorare al computer. Avendo tante cose da fare, la giornata è passata abbastanza in fretta. Quando mio marito (ex sportivo operato ad entrambe le ginocchia) è rientrato, mi ha “sgridata”. Secondo lui avrei dovuto insistere. Non sforzare troppo il ginocchio ma nemmeno rimetterlo a riposo.

«Dovresti camminare un po’ ogni ora» mi ha detto.

Così ho pensato al braccialetto, che avevo tolto perché vibrava ogni ora segnalandomi la mia inattività. Una delle funzioni di Up, infatti, è quella di darvi una scrollatina se siete inattivi per troppo tempo. Quanto tempo lo decidete voi. Volendo potete anche disattivare questa funzione.

In tempi non sospetti lo avevo impostato per avvisarmi (con una vibrazione) ogni ora, e quando mi avvisava mi alzavo a fare due passi.

Dopo l’intervento, non potendomi alzare, la vibrazione mi infastidiva. Avrei potuto disattivarla ma ho fatto più in fretta a togliere il braccialetto.

Il giorno successivo l’ho indossato di nuovo. Mi sono messa a lavorare sul divano con il mio tavolino pieghevole e ogni 60 minuti, quando il braccialetto vibrava, mi sono alzata a fare una passeggiata. Quando ero stanca o sentivo male tornavo a sedermi, ma ho evitato che le ore passassero senza che me ne accorgessi.

Adesso la sfida è di camminare ogni giorno un pochino di più. Ho modificato il mio obiettivo di 10 mila passi al giorno, impensabile per il momento, ma continuo a tenere sott’occhio i miei piccoli progressi.

Nel frattempo ho ripreso – a grande richiesta – le lezioni di yoga, perché i miei allievi dicono di non poterne fare a meno. Non posso praticare ma me la cavo con le istruzioni verbali e prendendo una “cavia” per illustrare le più complesse.

E sogno il giorno in cui mi sveglierò e mi accorgerò di non avere più quel dolore al ginocchio che mi ha accompagnata fedelmente per diversi anni.