Focaccia Dolce

Questa non è una semplice ricetta. Questo è un pezzo della mia vita, una miniera di ricordi, una valanga di emozioni.

Questa è la focaccia che mio nonno mi comprava per colazione quando trascorrevo le vacanze in campagna in casa sua. Questo è il sapore dei giorni più felici della mia infanzia.

Nonno Luigi si alzava la mattina alle cinque per lavorare nell’orto. Prima di cominciare, però, inforcava la sua bicicletta e andava in panetteria a comprarci la focaccia dolce. Perché questa prelibatezza andava a ruba: alle sette non ce n’era già più.

Ce la lasciava sul tavolo della cucina ed iniziava a lavorare. Si occupava dell’orto, dei conigli, delle galline. Nonno Luigi lavorava anche il legno. Se non fosse andata persa, insieme alla maggior parte dei miei ricordi d’infanzia, nel divorzio in stile “Guerra dei Roses” dei miei genitori, la culla per le bambole che aveva realizzato per me avrebbe fatto la gioia dei miei bambini.

Nonno Luigi era un uomo di poche parole, ma sapeva come farci capire che ci amava. I miei figli non hanno avuto la fortuna di incontrarlo personalmente ma questo non significa che non lo conoscano. Nelle fredde sere invernali Leonardo si scalda i piedi vicino al fuoco del camino “come Nonno Luigi”. Anche gli indovinelli che lui ci poneva (ogni anno gli stessi, ma ogni volta facevamo finta di non saper rispondere) sono entrati a far parte del nostro repertorio. Se venite a trovarci, è molto probabile che Leonardo e Gloria ve li propongano.

I bambini non l’hanno conosciuto ma Nonno Luigi è una presenza viva nella nostra famiglia. Oggi ancora più di prima, grazie ad Emanuela, che ha assillato per mesi il panettiere del paesino nel quale i miei nonni vivevano per farsi svelare il segreto della loro focaccia dolce.

Poterla condividere con i miei figli è un dono che… come si dice, non ha prezzo.

Mia cugina Emanuela faceva parte delle cose (scusa cara!) perse in seguito al burrascoso divorzio dei miei genitori. Quando una famiglia si spacca in due in modo così violento, improvviso, irreversibile e doloroso non è facile per un bambino riuscire a fare chiarezza. E’ facile immaginare che se una (o più) determinata persona è uscita dalla tua vita perché non le interessi più, perché non ti considera più parte della sua famiglia, perché non ha più niente da condividere con te. E’ facile addirittura pensare che questa persona abbia un valido motivo per odiarti, dopo aver visto l’odio fioccare a tonnellate senza un motivo apparente o comunque comprensibile.

Salvo scoprire, vent’anni più tardi, che non si trattava di una scelta, per nessuno.

Mia cugina Emanuela mi è mancata. Lei era un raggio di sole nella mia vita tormentata. Era bella, era simpatica, allegra, spontanea. Esattamente ciò che io, timida e introversa al limite del patologico, avrei voluto essere. Stare con lei era come respirare un po’ di questa sua energia.

Quante volte ho pensato di alzare la cornetta, o di prendere carta e penna e rifarmi viva. Un giorno sono arrivata persino a pochi metri da casa sua, per poi fare tristemente inversione di marcia.

Non era ancora iniziata l’era di Facebook. Questo mostro terribile che ci cattura per ore, che ci guarda, ci spia, ci controlla. Che ci permette di ritrovare, con un solo clic, vecchi amici, ex fidanzati, persino parenti persi di vista.

Ed è così, banalmente e meravigliosamente, che ho ritrovato la mia bella cugina. Non mi sono fatta pregare per correre a riabbracciarla, presentarle la mia famiglia e conoscere la sua.

Non è mai troppo tardi per ritrovarsi.

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Magari non avrà lo stesso sapore per voi, ma la focaccia di Nonno Luigi sarà comunque un’ottima prima colazione (o merenda, o spuntino di mezzanotte).

FOCACCIA DOLCE – LA RICETTA

Ingredienti

  • 500g di farina
  • 10g di sale
  • 10g di zucchero a velo
  • 50g di olio
  • 200ml di acqua
  • lievito di birra (la dose per 500g di farina)
  • zucchero semolato q.b.

Procedimento

Sciogliere il lievito di birra in un poco d’acqua. Disporre la farina a fontana su una spianatoia. Aggiungere il lievito sciolto, lo zucchero a velo e il sale. Aggiungere l’acqua. Impastare.

Coprire con uno strofinaccio e lasciar lievitare in luogo tiepido per un’ora.

Stendere l’impasto e lasciar riposare per 15-20 minuti.

In una ciotolina fare un composto di acqua e olio in dosi più o meno uguali, quanto basta per cospargere l’impasto.

Fare dei bei buchi con le dita, aggiungere il composto e lo zucchero.

Infornare per 10 minuti circa a 180°.