E-book o Cartaceo? C’è posto per tutti!

Nei giorni scorsi leggevo commenti scandalizzati riguardo al suggerimento di Marie Kondo di buttare tutti i libri che abbiamo in casa, conservandone soltanto una trentina. In quanto avida lettrice nonché autrice, non condivido affatto il suo suggerimento ma ho apprezzato molto il suo, di libro, che conservo e torno a sfogliare di tanto in tanto. Mi ha dato moltissimi spunti utili, tre dei quali sono diventati solide abitudini che mi facilitano notevolmente la vita:

  • Non aver paura di sbarazzarsi dei libri che non ti interessano
  • Non avere paura di sbarazzarsi dei regali
  • Svuotare la borsa ogni sera

Lascerò l’argomento “libri” per ultimo perché è il tema principale di questo post. Vediamo nel frattempo gli altri due punti.

I regali

Per quanto riguarda i regali, mi è stato insegnato che sono qualcosa di sacro e conservavo anche quelli non graditi per rispetto nei confronti della persona che me li aveva offerti. La Kondo mi ha fatto capire che la “missione” del regalo è di dimostrare l’apprezzamento e l’interesse che questa ha nei tuoi confronti. Una volta recepito il messaggio non è necessario conservare tutto. Conserva nel cuore il ricordo di quel bel gesto e potrai sbarazzarti delle cianfrusaglie senza sentirti in colpa. Che sollievo!

La borsa

Confesso di non svuotarla ogni sera ma lo faccio con molta regolarità e la mia organizzazione quotidiana ne ha notevolmente beneficiato. Tolgo tutto quello che è inutile e so sempre cosa mi porto dietro.

I libri

Ma veniamo ai libri. Come molte delle persone che si sono scandalizzate leggendo i consigli della Kondo, sono un’amante dei libri non solo in quanto avventure tascabili, amici fedeli e maestri devoti. Mi piace l’oggetto libro. Mi piace la carta e vado matta per l’odore delle pagine stampate. In soggiorno ho una libreria che ricopre tutta la parete e la considero la cosa più bella di tutta la mia casa. Se possedessi solo trenta libri sarebbe tristemente vuota e brutta. Ho una libreria a muro anche in camera da letto, e anche i miei figli ne hanno nelle loro stanze.

Nonostante tutti i ripiani a disposizione, prima di leggere la Kondo avevo anche scatoloni pieni di libri, che mi trascinavo dietro da un trasloco all’altro. Buttare via un libro mi sembrava una cosa impensabile. Regalarli? La questione è delicata. Quelli che mi piacciono li voglio tenere: li sottolineo e torno a sfogliarli, se non addirittura a rileggerli, regolarmente. Sono davvero poche le persone a cui ho regalato la mia copia di un libro amato. In genere ne acquisto un’altra da regalare. I libri che non mi sono piaciuti… beh, non ho voglia di regalarli perché non mi sono piaciuti. Poi ci sono quelli che ho ricevuto in regalo e che non ho intenzione di leggere ma… non si sa mai, e poi c’è la questione del rispetto per chi me l’ha offerto, come dicevo sopra.

Insomma, per me il libro era degno di rispetto come oggetto in sé. Oggi penso che il valore di un libro dipenda dal valore che questo aggiunge alla tua vita. Se un libro ti fa sognare, viaggiare, crescere, imparare, o semplicemente ti intrattiene, è un libro che merita. Ma ho deciso che non permetterò più ai libri che non hanno aggiunto valore alla mia vita o che hanno ormai esaurito il loro compito di appesantire i miei traslochi.

Ho eliminato (la maggior parte regalati alla biblioteca del mio paese) tutti i libri che non mi erano piaciuti, quelli che mi erano piaciuti ma che non meritavano di essere riletti, quelli che tenevo perché pensavo che nella vita bisogna leggerli ma non ne ho mai avuto voglia, quelli ricevuti in regalo e che non intendevo leggere, quelli che mi erano stati utili ma che non mi servivano più.

Ho coinvolto anche i miei figli, proprio con il metodo Kondo: ho tolto tutti i libri dai loro scaffali e li ho messi sul pavimento. Ho chiesto loro di guardarli uno per uno e di rimettere al loro posto solo quelli a cui tenevano davvero. Qualcuno l’ho salvato perché ci tenevo io, e via tutti gli altri.

Risultato: la mia libreria è ancora piena, ma non ci sono più volumi accatastati in giro, e soprattutto non ci sono più sensi di colpa.

E-book

Un discorso a parte meritano gli e-book. Da qualche anno ormai ho acquistato un Kindle e ne sono estremamente felice. Alcuni libri infatti, come tutti quelli che riguardano blogging, web marketing, eccetera, hanno una vita molto breve e, per quanto interessanti, saranno obsoleti nel giro di qualche anno. Questi libri preferisco acquistarli in versione digitale, in modo da non dovermene poi disfare.

Ci sono poi libri molto costosi, per i quali la differenza tra formato cartaceo e digitale è molto grande. In base all’argomento che trattano, preferisco risparmiare e acquistarli in versione e-book, anche se mi è già capitato di acquistare il cartaceo dopo aver letto l’e-book. In un mondo in cui il pirataggio la fa da padrone, sono fiera di aver sostenuto doppiamente quegli autori che hanno saputo davvero stregarmi.

Mi capita di comprare degli e-book anche quando sono in viaggio. Se finisco un libro e sono entusiasta dell’autore al punto di volerne iniziare subito un altro suo, con il Kindle posso averlo immediatamente, ovunque mi trovi.

Insomma, regolarmente c’è chi decreta la morte imminente del libro cartaceo in favore dell’e-book o viceversa. Per quanto mi riguarda… c’è posto per entrambi. Non tutti i libri meritano di essere conservati in eterno, ma (quasi) tutti meritano una possibilità. Ritengo quindi che l’e-book sia un’opzione in più e non un pericolo per la carta stampata. Forse quando tutti avranno un dispositivo per leggerli gli editori potranno permettersi il lusso di decidere cosa stampare e cosa invece produrre esclusivamente in digitale.

I miei libri (e-book e cartacei!)