Come funziona l’ipnosi regressiva?

Come funziona l’ipnosi regressiva? Esiste davvero? È affidabile? Questa è una delle domande che mi vengono fatte più spesso. Ho risposto questa mattina su Quora, ma mi sembra utile pubblicare la risposta anche qui.

Cos’è l’ipnosi

Intanto spieghiamo brevemente cos’è l’ipnosi in generale. Niente di fantascientifico o paranormale. Si tratta di uno stato di coscienza modificato, ovvero diverso da quello in cui stiamo nella maggior parte del tempo. Se immagini la tua mente come un computer, puoi vedere il tuo stato di coscienza ordinario, abituale, come il browser che utilizzi abitualmente. Tuttavia, alcuni siti, applicazioni, estensioni, funzionano meglio su un altro browser, che quindi puoi utilizzare per quelle operazioni. Questo secondo browser (e tutti quelli, diversi dal principale) che puoi utilizzare, possono essere paragonati ai diversi stati di coscienza.

Ti è mai capitato di chiedere ad una persona un’informazione o un dettaglio del passato e di vedere che, nel cercarla nella sua mente, guarda in alto, oppure a destra, o ancora a sinistra? In quel momento quella persona sta entrando in un leggero stato di trance, sta “aprendo una nuova finestra”, quella che contiene il ricordo in questione.

Si tratta di una cosa che tutti sappiamo fare spontaneamente, ma di solito lo facciamo in modo involontario. Il lavoro dell’ipnotista è di aiutarci ad entrare in questo stato di coscienza modificato “a comando”, e di solito per una ragione ben precisa.

La regressione

Ma veniamo all’ipnosi regressiva. La nostra mente non può immagazzinare il ricordo di tutto ciò che abbiamo vissuto. Molti ricordi (non rilevanti, oppure troppo dolorosi e di cui preferiamo inconsciamente liberarci) vengono “accantonati”, tornando alla metafora del computer è come se fossero salvati su un hard disk esterno per lasciare spazio alla memoria principale. Grazie all’ipnosi possiamo accedere, come ad un diverso browser, anche a questo hard disk esterno.

I “falsi ricordi”

Ma la verità è che non siamo computer, e in questo “hard disk esterno” troveremo ricordi più o meno fedeli alla realtà (sono comunque condizionati dalla nostra personale percezione e interpretazione, quindi sempre più o meno distorti) e ricordi provenienti dalla nostra immaginazione (sogni, fantasticherie, rielaborazioni successive del fatto in questione, eccetera). Spesso i due si mescolano, si fondono, si influenzano a vicenda. Per questo i ricordi ritrovati in fase di ipnosi regressiva non sono affidabili. Non potrebbero essere utilizzati, ad esempio, per incriminare una persona: posso ricordare di averla vista in un tale posto ad una tale ora, ma questo ricordo comparirà sia che io lo abbia effettivamente visto, sia che io lo abbia immaginato (in una ipotetica ricostruzione dei fatti), sognato, eccetera.

Ipnosi regressiva: a cosa serve?

Perché, allora, fare ipnosi regressiva se i ricordi ritrovati non sono affidabili? Per esplorare la propria mente e conoscersi meglio, per far pace con alcuni ricordi che ci causano dolore, con il proprio vissuto, con la propria realtà soggettiva. In questo caso ciò che conta non è la “realtà” ma la realtà interiore del soggetto. Se hai sofferto per una situazione che hai vissuto come potenzialmente pericolosa anche se non lo era realmente, potrai fare i conti con la situazione come l’hai vissuta tu, non come era realmente, e liberarti della tua sofferenza.

Immagina una persona che da bambina ha subito degli abusi. Con l’ipnosi regressiva può rivisitare i suoi ricordi. In nessun modo potrà trovare “materiale” per accusare chicchessia: potrebbe infatti vedere chi ha effettivamente abusato di lei ma anche chi ha immaginato fosse il responsabile di quegli abusi. Potrà però lavorare sulla propria esperienza e sul proprio dolore.Partendo da questa visione dell’ipnosi, le regressioni alle vite passate sono – a maggior ragione – viaggi simbolici nella nostra mente. Possono servire, proprio come i sogni, a capire cosa succede nella nostra mente e a guarire alcune delle nostre ferite ma non vanno viste – a mio avviso – come esperienze “reali”.

Altri ipnotisti potrebbero affermare il contrario. Sta a ciascuno decidere in cosa credere in base alle proprie convinzioni personali.

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