I Francesi e la Trappola della Laicità

Dina Torkia, fashion blogger egiziana, veste secondo i canoni dettati dal Corano
Dina Torkia, fashion blogger egiziana, veste secondo i canoni dettati dal Corano

Quest’estate avrai sentito parlare delle vicende francesi legate al burkini. Tutto è iniziato con una rissa su una spiaggia di Sisco, in Corsica. La vicenda ha sollevato un dibattito che definirei… superfluo, in tempi in il Paese è sotto la minaccia terrorista. Ma tra la paura della gente e la volontà dei corsi di affermare la propria determinazione a combattere contro gli estremismi di matrice islamica, il sindaco ha deciso di vietare il burkini nel suo comune. 

Altri comuni francesi hanno seguito il suo esempio, in nome della laicità, principio che i francesi ritengono fondamentale e che hanno aggiunto al loro motto storico Liberté, Egalité, Fraternité.

Vivo in Francia da dieci anni, con un francese da sedici. Sono stata educata secondo la tradizione cattolica. Da anni mi interesso alle diverse religioni e mi riconosco profondamente nei principi del buddismo, senza per questo ritenermi buddista. Ho letto la Bibbia e il Corano. In entrambi ho trovato cose meravigliose e cose rivoltanti. Non m’importa se una donna si fa il bagno con la muta e il foulard in testa. Ci tengo però a poter guardare in faccia le persone che incrocio per strada e, ad esempio, quelle che entrano ed escono dalla scuola dei miei figli.

Una libera scelta?

Alcune donne musulmane portano il velo perché questo viene loro imposto dai padri, dai mariti o da altri uomini della famiglia. Questo è ovviamente ingiusto ma nel contesto in cui vivono una eventuale ribellione può costare la vita. 

Altre donne portano il velo per scelta. Perché il Corano richiede loro di vestirsi in modo discreto e di non mostrare più del necessario:

E [di’] alle credenti che esse abbassino i loro sguardi, preservino la loro castità, mostrino dei loro ornamenti soltanto ciò che appare e calino un panno sul seno; e mostrino le loro grazie solo ai propri mariti, ai loro padri…

                                                                                                      (Corano, 24:31)

Personalmente, non includerei i capelli nelle “loro grazie” ma piuttosto in “ciò che appare”. Ma molti musulmani interpretano questo verso in altro modo e ritengono che esso si riferisca all’obbligo di indossare il hijab. Un uomo musulmano incontrato a Mauritius mi ha detto addirittura (ma non so se sia un fatto o una sua opinione personale) che le donne musulmane portano il velo per emulare Maria. La “nostra” Maria, madre di Gesù.

Per queste donne, che portano il velo per scelta, per pudore, per rispetto della propria religione, essere obbligate a spogliarsene, come è successo quest’estate su una spiaggia di Nizza, è una grande umiliazione.

Il dilemma

La questione è spinosa: come proteggere le donne che vengono obbligate a coprirsi preservando, al tempo stesso, quelle che desiderano farlo? Purtroppo non ho la risposta ma credo che i francesi si stiano muovendo nel modo sbagliato, puntando tutto su un concetto distorto di laicità, dove questa non fa più rima con “libertà di culto” ma con “divieto di mostrare il proprio orientamento religioso”.

Ed ecco che, mentre le feste si avvicinano, impazzano le polemiche sull’argomento e molti musulmani, offesi dall’affronto subito, pretendono di non vedere presepi nei luoghi pubblici.

In effetti il ragionamento non fa una piega, ma la piega che sta prendendo questa vicenda mi sembra davvero assurda. 

Laicità: cosa significa?

Per me laicità significa poter professare liberamente il proprio culto, nei limiti delle leggi che già esistono (ad esempio, è vietato andare in giro nudi o coperti al punto da mascherare la propria identità). La ragione per cui una persona dovrebbe andare in giro a volto scoperto non ha nulla a che vedere – a mio avviso – con la laicità, ma piuttosto con la sicurezza.

Tornando al burkini, anche in questo caso credo che si dovrebbe parlare di buon senso e non di religione. Molte piscine, ad esempio, lo vietano per ragioni di igiene. Sono le stesse che vietano anche i boxer da uomo troppo lunghi e larghi, che possono essere usati come pantaloni, indossati in giro e quindi – potenzialmente – poco igienici. Lo stesso dovrebbe applicarsi alla tuta integrale e al velo. Al mare, invece, non vedo controindicazioni particolari. 

Vivo in un Paese nel quale a mia figlia, a scuola, in nome della laicità, è stato chiesto di togliersi i piccoli orecchini a forma di croce ricevuti in regalo per la comunione. Un Paese in cui sulla spiaggia si possono mostrare le tette ma non coprirsi la testa.

Un Paese che vorrebbe far contenti tutti ma che lo fa in modo così sbagliato che, alla fine, non è contento nessuno.

La tua opinione

Come dicevo sopra, la soluzione non ce l’ho ma mi piacerebbe parlarne. Che cosa ne pensi? Quale potrebbe essere, secondo te, la giusta via di mezzo?