Le Meditazioni di Osho

[Guest post di Barbara Motolese]

Photo credits: osho.com
Photo credits: osho.com

Osho è uno dei personaggi più controversi degli anni ’70-’80 ma è anche uno dei maestri spirituali che più hanno influenzato l’Occidente.

Indiano di nascita, già da bambino offrì non pochi grattacapi ai suoi genitori e nel 1953, all’età di ventun anni, visse l’esperienza mistica dell’illuminazione. In quello stesso periodo, dopo la laurea in filosofia divenne docente e cominciò a viaggiare per tutta l’India tenendo discorsi e giornate di meditazione.

Nel 1970, durante una meditazione pubblica, Osho presentò per la prima volta il suo metodo di meditazione dinamica. Da quel momento in poi Osho, che ancora si presentava come  Rajneesh aggregò intorno a sé sempre più persone, prima nel suo ashram di Pune e poi sbarcando in Oregon dove la sua comune contava migliaia di persone provenienti da tutti i paesi e infine, dopo essere stato espulso dagli Stati Uniti e da tutti i paesi a cui chiese asilo, ritornò a Pune dove morì nel 1991 dichiarando di essere stato avvelenato durante i giorni di prigionia in America.

Gli insegnamenti di Osho

I discorsi e gli insegnamenti di Osho sono difficili da riassumere, lui stesso spesso ha dichiarato che le sue parole sono solo un modo per tenere impegnata la mente e che quello che veramente conta nei suoi discorsi sono le pause di silenzio tra una parola e l’altra.

La sua eredità più grande, oltre ai discorsi, sono le meditazioni, molte delle quali studiate appositamente per gli occidentali che, secondo il maestro, non avendo una tradizione e una cultura che favorisca la meditazione, hanno maggiore bisogno di quietare la mente prima di immergersi in meditazione.

Le meditazioni di Osho

Le più importanti e più conosciute sono la meditazione dinamica della mattina e la meditazione kundalini di fine giornata.

La prima, come dice la parola stessa, porta un grande movimento del corpo ed è dunque adatta a iniziare la giornata attivi e sereni, la seconda invece si pratica solitamente verso le 18 e aiuta a sciogliere e scaricare le tensioni della giornata.

Entrambe durano un’ora e sono divise in più fasi accompagnate da una musica adeguata, la maggior parte del tempo è impiegato per muovere il corpo, sfogare rabbia e tensioni, quietare la mente e entrare nel silenzio, a quel punto si passa alla meditazione vera e propria a cui è riservato in realtà un tempo relativamente breve (10-15 minuti).

Lo scopo delle meditazioni di Osho è sempre quello di sviluppare “l’osservatore” in ciascuno di noi, per poterlo poi utilizzare ogni qualvolta ne abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana, quando siamo stressati e tentati a reagire istintivamente per rabbia o paura. Osservare significa guardare le cose da una prospettiva più ampia, sospendendo il giudizio e aumentando la nostra capacità di resilienza alla vita.
La meditazione ci offre l’opportunità di vivere pienamente e con consapevolezza, di abbandonare le lamentele e immergerci nella gioia del presente.

 

La meditazione dinamica

Questa meditazione è la prima della giornata. Va fatta a stomaco vuoto, appena svegli, verso le 7 del mattino. La musica è studiata appositamente per accompagnare nelle 5 fasi, la cosa migliore è bendarsi o comunque mantenere gli occhi chiusi per immergersi meglio nella meditazione.

  • Prima fase: respiro caotico. Inizia con una fase di “respiro caotico” in cui inspirare ed espirare dal naso senza un ritmo preciso. Questo ci aiuta a distaccarci dalla mente indicata con un gioco di parole da Osho come “la mente che mente”.
  • Seconda fase: catarsi. Accompagnati da una musica adeguata ci possiamo abbandonare alla libertà e alla pazzia, esprimere la rabbia, la tristezza, l’allegria, tutte le emozioni che sentiamo in modo totale, senza mai smettere di muoverci, ci scrolliamo di dosso tutto ciò che ci va stretto, urliamo e imprechiamo, ridiamo, piangiamo. Forse all’inizio ci sembrerà difficile esprimerci pienamente ma vi assicuro che in poco tempo ci si prende gusto!
  • Terza fase: “Hu!”. Dopo la catarsi è il momento di radicarci a terra tramite il suono “Hu!” e saltando ritmicamente a piè pari e gambe leggermente divaricate con le braccia alzate. Anche se l’impegno fisico non è irrilevante, questa fase non è un semplice esercizio di resistenza, i piedi atterrano su tutta la pianta del piede e il suono “Hu!” ci aiuta ad affermare il nostro posto nel mondo.
  • Quarta fase: stop. Nel pieno della fatica una voce ci urla “Stop!” e noi ci pietrifichiamo con le braccia alzate e madidi di sudore, così come siamo, come se Frozen stessa ci avesse congelato. Questa è la fase della meditazione, non c’è nulla da fare, solo essere e lasciare accadere.
  • Quinta fase: celebrazione. La danza ci riporta al mondo, celebriamo e integriamo.

 

La meditazione Kundalini

La meditazione Kundalini, “sorella” della meditazione Dinamica, le fa da controaltare serale, e ci aiuta a scaricare le tensioni della giornata attraverso lo scuotimento di tutto il corpo. La musica ci guida attraverso le 4 fasi e anche in questo caso il consiglio è quello di bendarsi o tenere gli occhi chiusi.

  • Prima fase: lo scuotimento. Con i piedi divaricati scuotiamo tutto il corpo, rimanendo rilassati nel collo e nella mascella, scuotiamoci di dosso tutte le tensioni e ricarichiamoci di energia, ad un certo punto lo scuotimento accade quasi da sè senza sforzo.
  • Seconda fase: la danza. Celebriamo la nostra giornata, i risultati raggiunti e ciò di cui siamo grati.
  • Terza fase: l’ascolto. La musica di questa fase ci accompagna, ci sediamo e ascoltiamo, non vi è nulla da fare. Quando arrivano i pensieri li osserviamo come se fossero nuvole bianche nel cielo che arrivano e vanno.
  • Quarta fase: il silenzio. Puoi sdraiarti e immergerti nel silenzio e nella meditazione.

Per imparare a praticare le meditazioni Dinamica e Kundalini bisogna rivolgersi ad un centro specializzato. In alternativa è possibile acquistare i CD con le musiche. Consiglio comunque, se possibile, l’esperienza di gruppo, che è molto più gratificante.

Buona meditazione!

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Barbara Motolese ama l’innovazione in tutti i campi, e come mamma si è scoperta innovativa facendo scelte del passato. Vivere la genitorialità ricercando la coerenza con il suo sentire e con il suo pensiero l’ha portata a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l’homeschooling per citarne alcune. Èun’appassionata custode della nascita e una meditatrice assidua. Ha dato vita a GenitoriChannel.it per coniugare la sua passione per i temi genitoriali con quella per il web.