Il Seme della Consapevolezza

meditazione
Ultimamente il tempo è piuttosto capriccioso, e noi che siamo abituati ad avere il sole 360 giorni all’anno approfittiamo di ogni raggio intermittente per mettere il naso fuori.

Proprio quello che è successo domenica. Il primo, timido raggio di sole ha dato il via ad una serie di telefonate e ci siamo dati appuntamento al mare con alcuni amichetti. I bambini hanno giocato a pallone, poi a scavar buche e a costruire vulcani di sabbia.

Ad un certo punto Gloria si è alzata ed è andata a sedersi in riva al mare, gambe incrociate, sguardo rivolto verso l’infinito. Vedendola da lontano mi sono alzata anche io per andare a fotografarla.

Arrivata a pochi passi da lei ho scattato la foto. Avvicinandomi ancora, ho visto che aveva gli occhi chiusi. Lei si è accorta della mia presenza, li ha aperti e mi ha sorriso.

– Cosa fai?

– Ascolto il rumore delle onde. Mi piace il suono dell’acqua. Mi piace anche il rumore che fa il vento tra gli alberi e il canto degli uccelli. Il rumore delle moto invece mi disturba. Perché abbiamo inventato le auto e le moto? Non potevamo andare a piedi? Oppure in barca? Le barche non fanno rumore…

Le ho spiegato che l’auto ci fa comodo quando vogliamo andare a Torino, ma che la sua osservazione era giusta, e che dovremmo cercare di muoverci di più a piedi o in bicicletta.

Siamo rimaste lì un bel po’ in riva al mare, a chiacchierare di questioni importanti. Gloria mi ha detto che da grande vuole studiare gli animali, ma non ha ancora deciso se concentrarsi sui mammiferi o sugli animali marini. Le ho detto di iniziare a studiarli entrambi, e che con il tempo le idee le si chiariranno.

Ma non è di questo che volevo parlare.

Dopo aver scattato la foto che vedete qui sopra, da brava blogger irrimediabilmente iperconnessa, l’ho pubblicata su instagram. Quando, più tardi, ho letto i commenti, ho pensato che chi conosce Gloria, leggendoli, si sbellicherebbe dalle risate.

L’immagine richiama indubbliamente ad un’atmosfera zen. Termine piuttosto lontano dal carattere della nostra cara Gloria. Perché… no, non basta essere figli dell’insegnante di yoga per essere zen, e Gloria è – come la maggior parte dei bambini – un uragano vivente, capace di alternare momenti di dolcezza infinita ed esplosioni di collera incontenibili.

Non voglio che immaginiate i miei figli come dei piccoli maestri zen e che vi chiediate, guardando i vostri, dove avete sbagliato. I bambini sono bambini. Sono pieni di vita e di energia. È normale ed è giusto così.

Però possiamo, con il nostro esempio, seminare qualcosa in fondo al loro cuore. E quel qualcosa ogni tanto si manifesta, come quando Gloria ha lasciato i giochi per andare ad ascoltare le onde, seduta ad occhi chiusi in riva al mare, o quando Leonardo (il cui soprannome è «vulcano»), ispirato dal paesaggio di montagna si è messo a fare «l’albero».

Momenti come questi sono dei mattoncini che vanno a costruire le fondamenta del loro equilibrio interiore. Anche quando corrono, saltano, urlano, persino quando bisticciano, hanno in loro la pace. In momenti molto speciali (guarda caso sempre di fronte allo spettacolo della natura) questa pace emerge e li spinge a fermarsi, a chiudere gli occhi e a fondersi con la bellezza che li circonda.

Cosa fare per prendersi cura di questo seme interiore che tutti abbiamo? Prendete esempio da Gloria e da Leonardo: fermatevi un attimo, davanti ad un trmonto, in riva al mare, di fronte ad un paesaggio maestoso. Sedetevi lì, per terra, e respirate. Cercate di essere semplicemente presenti, qui e ora.

I vostri figli vi osserveranno e poi, un giorno, vi imiteranno. Questi momenti di pace e di consapevolezza entreranno pian piano a far parte delle vostre vite, e vi saranno di grande utilità nei momenti difficili.