Tre mesi

La mia decisione di avere un terzo figlio è stata spesso incompresa. C'era chi si chiedeva perché. Perché, visto che avevo già "un maschio e una femmina" (come se fosse questo l'obiettivo di ogni famiglia…). Perché, ora che finalmente Leonardo e Gloria stavano crescendo e potevo stare un po' più tranquilla. E tanti altri perché.
All'epoca non c'era un perché. Semplicemente desideravo un altro figlio. Anzi, da sempre, da prima di concepire Leonardo ho desiderato tre, quattro figli. Non è stato il "capriccio" di un momento. Lei, cosi' come Leonardo e Gloria, faceva già parte della nostra famiglia. Da sempre.
Secondo Rudolf Steiner, i bambini non ancora nati ci oservano, da lassù, e scelgono  di nascere in questa o quella famiglia. Non è una bella immagine?
Un'amica mi ha raccontato di aver sentito un bambino dire alla zia (che non poteva avere figli e che si occupava di lui mentre la mamma era al lavoro) "io volevo venire da te, ma la porta era chiusa!".
Da quando Chiara è qui con noi, ringrazio il cielo ogni giorno per avermi dato il coraggio di "aprire quella porta", tanta è la gioia che lei mi sta dando.
Non che gli altri due non me ne abbiano data, intendiamoci. Le ore che ho passato in estasi a guardarli negli occhi sono innumerevoli. Ma con loro è stato tutto cosi' difficile. Le giornate erano interminabili. Stare in casa era difficile, uscire era un'impresa. Dormire era impossibile, prendersi cinque minuti di pausa un sogno. Si svegliavano urlando. Ricordo di aver spesso pensato che il fatto di essere svegliata ogni giorno in quel modo mi pesava anche più del fatto di dormire cosi' poco. Anche l'allattamento è stato difficile, ma questo soprattutto perché mi sentivo dire continuamente "forse il problema è che non hai abbastanza latte!".
Con Chiara è diverso. Non che sia uno di quei bebé che "mangiano e dormono", come si suol dire. Anche lei richiede molte attenzioni. Vuole stare in braccio o nella fascia e non nel passeggino o nella sdraietta.  Ma a me non pesa. Forse perché ho imparato a non ascoltare più i consigli dei cosiddetti "saccenti" (cosi' la vizi…) o forse perché, pensando che lei potrebbe essere l'ultima, sono anche io a volerla stringere a me il più a lungo possibile.
Anche lei si sveglia più volte ogni notte. Ma non piange. Mangia e poi si riaddormenta. E al mattino… al mattino ci svegliamo insieme, e lei mi dà il buongiorno con un sorriso che illuminerebbe qualsiasi giornata.
Anche Leonardo e Gloria, che nel frattempo sono diventati l'orgoglio di mamma, sono innamorati di lei, che li ricambia con gli sguardi più languidi che io abbia mai visto.
Questi tre mesi sono volati, e già mi mancano. Ogni mattina, quando apro gli occhi e vedo quel visino sorridente, penso che anche solo per la gioia di quell'istante, valeva la pena di mettere al mondo questa creatura.

Ogni sera, quando i fratellini vanno a letto, io e Chiara ci concediamo una "pausa relax". Un bel massaggio prima di andare a dormire.
Per il massaggio, stendo Chiara su un morbido telo di cotone che ho "estorto" all'ospedale di Annecy. Nel reparto maternità li usano sia come coperte per i neonati che come asciugamani dopo il bagnetto. Erano cosi' caldi e morbidi che prima di andar via ho chiesto se potevo prenderne uno. E siccome esteticamente non era un granché l'ho foderato, da una parte, con una stoffa a fiorellini.

Fin dai suoi primi giorni, avvolta in questa morbida copertina, Chiara saluta la giornata appena trascorsa e si prepara per una notte di coccole e poppate.

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