Sesto Giorno: Napoli, Pompei

Napoli: Castel Nuovo. Il principale simbolo dell’architettura di questa città.

Sulla strada per Pompei, ci siamo fermati in un laboratorio nel quale cengono lavorati coralli e cammei. Qui abbiamo incontrato un anziano artigiano, che svolge questo lavoro da 67 anni, cioè da quando ne aveva 10, realizzando vere e proprie opere d’arte scolpite nel corallo, nelle conchiglie o nella madreperla. Come questa lampada:

Pompei: distrutta nel 79 DC dall’eruzione del Vesuvio. Sepolta Sotto circa 20 metri di cenere, la città fu dimenticata fino alla metà del diciottesimo secolo, quando furono iniziati gli scavi che riportarono alla luce la città, sorprendentemente ben conservata.

In questa immagine il foro di Pompei. Alle spalle, il Vesuvio.

Molte persone cercarono invano di scappare ma morirono soffocate o carbonizzati. Questi sono calchi in gesso dei loro corpi rinvenuti, con alcuni frammenti di resti umani.
Sono rimasta sorpresa dal livello di evoluzione della città in un’epoca cosi’ remota.
Ecco un cartello “pubblicitario”: indicava che qui, zona pedonale, si potevano trovare dei “portatori”.

Questi affreschi si trovano in una casa privata.

Una strada di Pompei. In questa città esisteva un sistema di scarico per le “toilettes”: Gli escrementi venivano scaricati in strada attraverso un buco nel muro delle abitazioni. Per questo possiamo vedere marciapiedi molto alti e passaggi pedonali sopraelevati.
Una o due pietre (per il passaggio pedonale) indicavano una via a senso unico. Tre o più pietre una via a doppio senso.

La panetteria: il mulino,

Il forno.

E persino il bar. In questi buchi venivano conservate bevande come l’idromele.

Ci sono fontane in ogni strada.

E anche una “casa chiusa”: ecco una camera

E alcune immagini che chiameremo “propedeutiche”…